Anche un orologio rotto due volte al giorno segna l'ora esatta. Solo l'Europa e la sinistra italiana riescono a sbagliare il 100% delle mosse. Il che è anche statisticamente complicato. Sarà una dote naturale, oppure ai corsi di formazione politica a Bruxelles leggono i manuali al contrario come i satanisti. Fatto sta che la puntualità con cui le istituzioni europee prendono solo decisioni impopolari, fuori tempo o fuori luogo ha del soprannaturale.
L'abolizione del cambio dell'ora è un caso di autolesionismo esemplare, che fa capire come la migliore alleata degli euroscettici sia l'Europa stessa. Senza entrare nel merito se sia meglio avere più luce per il jogging mattutino o per gli aperitivi serali, è tutto talmente surreale che vale la pena ricapitolare.
1) A ciel sereno, tra la Brexit, la guerra di dazi con Trump e la maggiore pressione migratoria dai tempi degli Unni, indicono un referendum per sondare il polso popolare. E su cosa? Sul cambio dell'ora. La scala di priorità è chiara: l'argenteria sul Titanic va lucidata bene.
2) A urne chiuse proclamano con enfasi che «con 5 milioni di votanti è stato il referendum più partecipato di sempre». E quanti sono i votanti? In Italia lo 0,04%, in Germania ben il 3,79. Un plebiscito. D'altronde il tema è scottante, dalla Lapponia a Creta è tutto un ribollire di rivolte e istanze di piazza. I neonazisti sassoni protestavano per quello: al buio gli immigrati da pestare sono difficili da riconoscere.
3) Juncker - l'euroburocrate per antonomasia, nemico di ogni demagogia - annuncia fiero che «la gente vuole questo e noi lo faremo». Prossima tappa: abolizione delle tasse, birra gratis e rutto libero. Democrazia diretta allo stato brado, roba da Di Battista.
4) Di fronte allo stordimento globale di milioni di cittadini in sindrome da lancette fra legale e globale, si precisa che la soluzione sarà questa: ogni Stato farà come gli pare, è la «sussidiarietà attiva». Un trionfo. Hanno fatto la moneta unica ma lanciano l'ora sovranista.
La morale di questo teatro dell'assurdo è che essere europeisti ormai è come svuotare il mare col secchiello: non fai in tempo a
replicare a un euroscettico che subito a Bruxelles il Tafazzi di turno partorisce un'idiozia nuova. E tu ti ritrovi sconsolato fra i grillini a scuotere l'orologio, per capire quando verrà l'ora di un'Europa meno cretina.
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