Negli aeroporti la burocrazia perde la faccia

L'Europa sembra brava, si fa per dire, solo a regolare, in modo restrittivo, tecnologie che non conosce e che non ha inventato

Negli aeroporti la burocrazia perde la faccia
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Vi raccontiamo una piccola storia, che dimostra quanto grande sia il fallimento della nostra civiltà burocratica europea. Parole grosse per un'inezia. Ma, a ben vedere, scoprirete che non è così. Dovete sapere che esiste una magnifica tecnologia che si chiama riconoscimento facciale. Molti di voi la usano per sbloccare il proprio telefonino. Gli aeroporti europei e quelli italiani, primo tra tutti il gestore degli scali lombardi, la Sea, avevano ben pensato di approfittare di questa tecnologia. Con una metropolitana, senza conducente, si arriva dal centro di Milano allo scalo di Linate in 12 minuti. Ai tornelli si pagano poco più di due euro, solo avvicinando il vostro cellulare o una carta di credito ad uno sportello elettronico. In altri cinque minuti si è davanti ai controlli di sicurezza. E qui gli uomini della Sea hanno installato dei totem. Ti registri la prima volta, posando davanti ad una telecamera e scannerizzando un tuo documento di identità. E il gioco è fatto. Da quel momento in poi, ogni volta che ti trovi all'aeroporto puoi saltare code e file, semplicemente scannerizzando la tua carta d'imbarco, magari elettronica, davanti ad un tornello. Peccato che da oggi non si potrà più fare. Un comitato di esperti, appositamente convocati dalla Commissione europea, ha deciso che questa procedura viola la nostra privacy. E l'Authority italiana non ha avuto il coraggio di combattere questa opinione e si è adeguata. Come preannunciato, si tratta di poca cosa. Vivremo bene lo stesso. Ma è il principio che dovrebbe farci infuriare. Quindicimila persone si erano registrate a questo servizio a Milano. Nessuno le aveva costrette: volontariamente si erano sottoposte alle procedure di registrazione. Volontariamente ritenevano la loro privacy al sicuro. D'altronde la Sea tiene i registri di queste persone in tre server separati e con regole severissime di tutela dei dati. Ma arrivano quattro burocrati che vogliono tutelarci. Pensate un po' voi. In un mondo in cui non c'è nessuno che non riceva una telefonata molesta al giorno per comprare un nuovo climatizzatore, in una sfera social in cui forniamo consensi in tempo reale alla nostra localizzazione a multinazionali del web non solo americane ma persino cinesi. Siamo fritti. A Bruxelles e Roma si occupano però della nostra privacy. Vi è una questione di principio, dicevamo. L'Europa sembra brava, si fa per dire, solo a regolare, in modo restrittivo, tecnologie che non conosce e che non ha inventato. Uno pensa che il problema sia la democrazia, si dice spesso di questi tempi.

Il dramma non è la democrazia, ma la presunzione democratico-burocratica di decidere sempre cosa sia il meglio per noi cittadini ignoranti, che abbiamo bisogno della balia per difenderci dai cattivoni. Lasciateci in pace.

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