"Psicopatico e manipolatore". Nella testa del killer di Carol

Il dottor Silvio Ciappi, criminologo e psicoterapeuta, analizza il comportamento del killer di Carol Maltesi: "Un soggetto privo empatia. Si sente onnipotente, grandioso, bugiardo, manipolatore".

Carol Maltesi, 26 anni, è stata uccisa perchè voleva lasciare Rescaldina
Carol Maltesi, 26 anni, è stata uccisa perchè voleva lasciare Rescaldina

Uccisa con un martello, fatta a pezzi e poi gettata in una scarpata tra le montagne di Borno, nel Bresciano. È il racconto di un femminicidio efferato, quello di Carol Maltesi, 25 anni, vittima della furia omicida del vicino di pianerottolo Davide Fontana. Per sessantanove giorni il killer, reo confesso, ha stipato i resti della ragazza in un congelatore a pozzetto, salvo poi disfarsene lo scorso 20 marzo.

L'autore del delitto - bancario, food blogger e con una passione per il porno - ha rivelato i dettagli del truce omicidio nel corso della confessione resa ai carabinieri del comando provinciale di Brescia lo scorso martedì sera. A verbale la narrazione di un film dell'orrore fitto di retroscena raccapriccianti. "Ci troviamo difronte a un soggetto psicopatico. Carol è stata ridotta a un corpo da consumare e smembrare, un oggetto inanimato", spiega alla nostra redazione lo psicoterapeuta e criminologo Silvio Ciappi, esperto di indagini criminologiche su casi di depezzamento e cannibalismo.

Dottor Ciappi, quali sono gli aspetti più cruenti di questo omicidio?

"Alla luce di quanto emerso sinora, attraverso le dichiarazioni rese dal presunto assassino agli inquirenti, gli aspetti più cruenti stanno nelle modalità del delitto, ma anche nel comportamento post delictum, nelle dichiarazioni rese, nei comportamenti avuti nel periodo intercorso tra la morte della ragazza e il rinvenimento del cadavere".

Procediamo per punti. Cosa intende per modalità del delitto?

"Mi riferisco sia al fatto che abbia colpito la vittima con un martello ma anche, e soprattutto, che abbia depezzato il cadavere. È una modalità arcaica, che rimanda a una mitologia ancestrale di divoramento e annientamento del corpo, basti pensare alla mitologia greca, ai divoramenti bacchici, archetipi che portano dritti al nesso moderno tra 'sesso perverso e distruzione del corpo'."

Cioè?

"Il presunto assassino ha parlato di 'gioco erotico finito male'. E probabilmente, nella drammaticità della circostanza, è vero".

In che senso?

"Nel senso che, inscenando questa orrenda spiccata perversione sessuale, il reo confesso Fontana ha disumanizzato la vittima. Carol è diventata un oggetto di piacere, priva di qualunque dimensione umana. Quindi l'ha colpita e poi l'ha fatta a pezzi ".

La palazzina in cui vivevano Fontana e Maltesi

Fontana dice: "L'ho colpita sul corpo, piano. Poi quando sono arrivato verso la testa non ho capito più nulla". Perché?

"La 'testa' racchiude il volto e il volto, sopratutto gli occhi, sono l'anima di una persona. Carol era coperta con un 'sacco nero' – secondo il racconto dell'assassino – e quindi era divenuto un corpo senza volto. Probabilmente, ma ragioniamo nel campo delle ipotesi, se non avesse avuto la testa coperta non sarebbe andata così".

Il killer ha dichiarato di aver dapprima tentato di incenerire i resti in un barbecue e poi di averli messi di un congelatore. C'è un motivo?

"Non mi stupisce. Questa sua dichiarazione rafforza l'idea che, nella sua fantasia perversa, si trovasse davanti a un oggetto inanimato, un corpo da consumare e smembrare".

Come possiamo profilare, dal punto di vista psicologico e criminologico, l'autore dell'omicidio?

"Verosimilmente siamo davanti a un soggetto psicopatico e, nello specifico, un 'narcisista maligno'. A questa grave forma di patologia aggiungo la perversione feticistica e antisociale, secondo la quale l'altro diventa un oggetto. Persone per le quali gli altri sono riducibili semplicemente a corpi, a oggetti, e se non servono più vengono divorati o buttati via o come in questo caso uccisi".

Ovvero?

"Il narcisista maligno è un soggetto privo empatia, non ha la percezione dell'altro nella sua totalità di individuo. È onnipotente, grandioso, bugiardo, manipolatore. Pone se stesso e il soddisfacimento del proprio piacere al centro delle relazioni".

Davide Fontana

Il 43enne ha detto anche di aver reciso la gola alla vittima "per farla smettere di soffrire". Non è un paradosso?

"Per una persona moralmente integra sì. Ma in questo caso ci troviamo di fronte a un soggetto psicopatico (o almeno così sembrerebbe). Questo 'atto di pietà' nei confronti della vittima – mi riferisco alla scelta di reciderle la gola – comprova l'ipotesi che il presunto assassino fosse in preda a un delirio di onnipotenza. Del resto lo ha dimostrato anche nella fase post delictum".

Cosa può dirci a tal riguardo, cioè sul comportamento dell'assassino dopo il delitto?

"Fontana è rimasto lucido e razionale. Ha dimostrato di avere una forte cognizione cognitiva. Basti pensare che si è procurato il seghetto e il congelatore a pozzetto per disfarsi del cadavere. Ha ripulito la scena del crimine e lavato gli stracci in lavatrice. Ha agito con metodo e freddezza. Non ha avuto alcuna reazione emotiva".

Per due mesi Fontana ha finto di essere Carol rispondendo ai messaggi di amici e parenti della vittima. Per quale motivo lo ha fatto?

"Sicuramente lo ha fatto per evitare di insospettire i familiari della ragazza ma, a mio avviso, c'è anche dell'altro. Il presunto assassino pensava di farla franca. E non credo si trattasse di una speranza ma di un convincimento profondo alimentato ancora una volta da un senso sadico di onnipotenza".

"Lucido e razionale" ma poi, alla fine, ha confessato. Secondo lei, perché?

"Lo ha spiegato lui stesso nel corso della confessione resa ai carabinieri: 'Per togliersi un peso'. Ancora una volta ha confermato di aver disumanizzato la vittima. Quel cadavere sulla coscienza era un ostacolo, un 'peso' di cui liberarsi. Per certo, non lo ha fatto per rimorso nei confronti della povera ragazza".

Crede che abbia raccontato tutta la verità?

"Questo non lo so, bisognerà indagare. È pur vero che non mi stupirebbe se avesse mentito. La menzogna rientra tra le caratteristiche dei narcisisti maligni".

Ritiene

ci sia il rischio di reiterazione?

"Direi che le probabilità sono molto elevate. Da criminologo e psicoterapeuta mi auguro che in futuro si ravveda. Ma allo stato attuale dei fatti, dubito fortemente che accadrà".

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