Nello scontro con l'Occidente Xi prende il posto della Russia

L'uomo più potente della terra non è Donald Trump, né tantomeno Vladimir Putin ma è decisamente Xi Jinping

Nello scontro con l'Occidente Xi prende il posto della Russia

Palmiro Togliatti, il "migliore", stalinista anche se colto e intelligente, definì "scimmie urlanti", gli intellettuali italiani ed europei che cominciarono, dopo l'invasione dell'Ungheria del '56, a riflettere sulla brutalità del comunismo. A rischio di subire censure, bisognerebbe domandarsi di fronte alle immagini di Pechino e alla triade Xi Jinping, Kim Jong-un, Vladimir Vladimirovic Putin, quanta di quella brutalità sia rimasta nel loro DNA, tenuto conto anche che in quella foto due su tre si definiscono apertamente comunisti.

Il comunismo, nella sua accezione storica novecentesca, è stato dichiarato morto con la caduta del muro di Berlino nel 1989, la conseguente dissoluzione dell'Urss e del Patto di Varsavia. Invece, il comunismo asiatico, figlio del giacobinismo francese, è sopravvissuto in Cina, Corea del Nord, Vietnam, realizzando un ibrido con l'economia di mercato.

Se si accetta l'intuizione del filosofo Augusto Del Noce secondo cui esiste una condizione prepolitica, una sorta di mentalità che precede l'adesione più strettamente politica, dobbiamo domandarci quanto sia rimasto della mentalità comunista.

Albert Camus meglio di altri nel suo saggio L'homme révolté (l'uomo in rivolta) mette sotto accusa il comunismo e il suo tradimento morale. Lo scrittore francese, nato in Algeria, che pure era stato iscritto al PCF, articolerà una serrata critica, filosofica e storica, al comunismo. Il suo distacco è netto quanto senza compromessi. Lo sconvolge soprattutto il silenzio e la complicità di tanti intellettuali, afferma un bisogno di verità, nell'articolo "17 giugno 1953", a proposito della dura repressione comunista contro gli operai di Berlino Est, scrive: "Questa rivolta e la grande lezione che ne deriva, e la repressione che l'ha seguita, ecco, questa rivolta non meriterebbe alcune riflessioni? Non meriterebbe, dopo tante posizioni annunciate a vanvera, una dichiarazione di solidarietà ferma e chiara?". Camus, che vincerà il Nobel nel 1957, criticherà aspramente l'invasione dell'Ungheria del 1956 e difenderà lo scrittore dissidente Boris Pasternak, l'autore del dottor Zivago, attirandosi le antipatie del ministro degli esteri sovietico, Dmitrij epilov. Per queste sue posizioni sarà anche isolato da una certa intellighenzia europea filocomunista, per convinzione, convenienza o moda, gli restano accanto due intellettuali Nicola Chiaromonte e Ignazio Silone, che in Italia avevano subito una sorta analoga.

La delusione del comunismo e il passaggio all'anticomunismo è il tratto comune di altri eccellenti intellettuali francesi, André Gide, di cui il partito comunista francese tentò di impedire la pubblicazione del libro Ritorno dall'Urss, e André Malraux che diventerà ministro della cultura di De Gaulle.

Dopo l'invasione dell'Ungheria del '56, "l'indimenticabile 1956", come lo chiama Pietro Ingrao, la questione comunista esplode fra tanti intellettuali europei, soprattutto in Francia (Camus, Sartre, J. M. Domenach, Edgar Morin, Marguerite Duras) ma anche in Italia dove Italo Calvino, Renzo De Felice e Antonio Giolitti abbandonano il Pci. Elio Vittorini scrive che non ci sia "niente da mutare o sviluppare nel marxismo", per cui si può "solo accettarlo qual è quale Mosca vuole che sia o tenersene fuori".

L'uomo più potente della terra non è Donald Trump, né tantomeno Vladimir Putin ma è decisamente Xi Jinping. Il leader cinese, uomo dall'aspetto apparentemente conciliante, governa una nazione di oltre un miliardo e quattrocento milioni di cittadini, che non è solo una potenza demografica ma è diventata un gigante industriale e ora anche tecnologico. Mao Tse-tung ebbe un grande potere ma governava una nazione poverissima, in preda a continue carestie.

Xi Jinping ha inserito il suo pensiero in costituzione e ha eliminato il limite dei due mandati che fu introdotto da Deng Xiaoping per evitare che si riproducesse un potere autocratico come con il maoismo. Oggi il "nuovo Mao" riassume nelle sue mani la triade del potere cinese: presidente della Repubblica Popolare Cinese, segretario generale del Partito Comunista Cinese, presidente della commissione militare che significa capo delle forze armate. In teoria potrebbe rimanere a vita alla guida della Cina.

La Cina sembra voler assumere su di sé il ruolo che fu dell'Unione Sovietica nel secondo Novecento, il faro di una concezione alternativa del potere, antagonista dell'Occidente liberaldemocratico, lo fa con i suoi nuovi satelliti, la Russia e la Corea del Nord.

L'Occidente che dovrebbe difendere innanzitutto i suoi valori appare impantanato in un nichilismo autodistruttivo, fatto di politicamente corretto e sottocultura woke. Si avvera la profezia di Oswald Spengler che preconizzò il Tramonto dell'Occidente schiacciato da un nichilismo generato dalle sue insicurezze e dalla perdita di valori.

Gennaro Sangiuliano

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica