Niente tasse alle librerie. L'idea per salvare la cultura

Niente tasse alle librerie. L'idea per salvare la cultura

Da giorni si discute, pro e contro, della nuova Legge per la promozione della lettura, e in particolare dell'articolo che prevede una limitazione degli sconti sul prezzo di copertina dei libri in chiave anti Amazon (prima il tetto era il 15%, adesso il 5%). Da una parte c'è l'Associazione italiana editori (Aie), scettica. Dall'altra i piccoli e medi editori insieme con i librai, favorevoli. Personalmente - da giornalista culturale, «lettore forte» e persino piccolissimo editore, non saprei dire se sia una buona o una cattiva legge, cioè se davvero può aiutare i lettori, le librerie e quindi la lettura, oppure no. Da liberista (molto tiepido peraltro) avrei diversi argomenti contro. Da - diciamo così... - «uomo di cultura» altrettanti a favore, perché penso che non tutto (il libro ad esempio) debba sottostare alle leggi nude e crude del mercato e alla concorrenza selvaggia. Comunque, al di là della questione sconti, le riflessioni che si possono fare sui bassissimi livelli di lettura e sulle centinaia di librerie che hanno chiuso negli ultimi anni, sono molte. Una, tra le tante: credo che il nodo da sciogliere del sistema-libro stia nel fatto che la distribuzione e la vendita, in Italia, sono concentrate nelle mani degli stessi grandi gruppi editoriali, e chi ci rimette sono tutti gli altri. Ma non è neppure questo l'aspetto su cui voglio soffermarci. Ma su un aiuto reale, tra i tanti possibili, che può venire ai librai. Si tratta di un'idea tanto piccola quanto intelligente, nonostante provenga dalla Lega, come sarebbe facile ironizzare (ma forse è proprio il motivo per cui la proposta non ha molta attenzione). L'iniziativa si chiama «Librerie Tasse Zero» ed è di Marco Franzoni, sindaco leghista del comune di Cerea: chi decide di aprire una libreria nel paese del veronese (investendo nella cultura nonostante la crisi del settore) non pagherà le tasse comunali. Semplice e efficace. Tanto che il provvedimento andrebbe esteso a tutta Italia e anche alle librerie già aperte (parliamo di librerie indipendenti).

Sarebbe un aiuto concreto e a costo zero per la collettività (sì certo, conosco l'obiezione: perché le librerie sì e le macellerie no? Risposta: perché i libri non sono bistecche, e chiusa la questione). Estendiamo l'idea. E poi, dopo, parleremo del resto: e-commerce, indici di lettura, politica degli sconti, colossi del web che fagocitano i piccoli librai...

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