Coronavirus

"Niente vaccino? Cambi mestiere": Galli bacchetta i medici no-vax

Il virologo del Sacco sul vaccino anti Covid: "O convinci o costringi". E ai colleghi scettici: "Se sei esitante dai un esempio pessimo"

"Niente vaccino? Cambi mestiere": Galli bacchetta i medici no-vax

"Chi non si vaccina cambia mestiere". Massimo Galli non fa sconti ai colleghi che rifiutano il vaccino anti Covid. "Temo - dichiara il direttore del reparto di Malattine infettive dell'Ospedale Sacco di Milano, intervenendo ad Agorà, su Rai3 - che per quello che mi riguarda debba essere così. Le responsabilità sono di molti tipi una è di non portare l'infezione nella corsia e lavorare in sicurezza anche nei confronti dei colleghi e poi la responsabilità morale anche di essere veicoli della moral suasion nei confronti degli altri". Anche perché, bacchetta il professore, chi è titubante dimostrerebbe scarsa preparazione e inadeguatezza a svolgere la professione medica. "Se sei esitante dai un esempio pessimo - rimarca Galli - ed è una esitazine solo ideologica, non scientifica o una personale fobie che evidenzia la non capacità di poter fare il mestiere che fai".

Insomma, il direttore del reparto di Malattie infettive del Sacco sulle vaccinazioni non usa certo mezzi termini. "Ormai - tuona su Rai3 - è molto chiaro, ma lo è dai tempi delle grida manzoniane sulla peste del '600: o convinci o costringi". E anche se il traguardo del vaccino anti Covid alimenta le speranze di intravedere la luce in fondo al tunnel, per il professore non bisogna abbassare la guardia. "Non ne siamo fuori, il vaccino ci aiuterà a venirne fuori ma con i tempi lunghi della campagna. Dobbiamo quindi continuare a mantenere le cautele del caso", continua.

Galli non arretra di un millimetro rispetto alla linea rigorista. Guai, dunque, allentare il giro di vite su restrizioni e misure anti contagio. Fautore della zona rossa ad oltranza, il virologo non risparmia di dispensare un tocco di ottimismo. "Il piano vaccinale lo porteremo a termine. Bisogna essere positivi - esorta Galli - Non si è mai fatta una campagna vaccinale che riguarda tutti i paesi: è una situazione che non ha precedenti. Si tratta di una battaglia che si può vincere".

Ed è qui che il professore non perde l'occasione di sferrare l'affondo contro quelli che pare considerare gli unici ostacoli nella corsa contro il virus, responsabili di un'eventuale immunità di gregge non raggiunta."Con un atteggimento positivo ce la faremo - assicura -. Il punto è che se come con tutte le cose l'atteggiamento diventa critico, rivendicativo e continua una discussione in negativo non si fa bene alla causa che è far arrivare il vaccino al massimo numero di italiani convincendo anche gli scettici e i timorosi".

Galli dice la sua anche sul "caso Veneto" che ha scatenato quasi la rissa tra il governatore Zaia e il professor Andrea Crisanti. "Ho parlato ieri pomeriggio con la mia collega Tacconelli di Verona e le ho chiesto della situazione. Mi sono convinto che al di là della capacità di effettuare un grand numero di tamponi e quindi di identificare precocemente il virus, c'è il dato di fatto del problema degli ospedali". E conclude con un augurio per l'anno nuovo che ha più il sapore di un nero presagio.

"Mi auguro - dice - che la situazione del Veneto non sia una specie di antefatto in termini di ripresa malattia a gennaio, questo è il mio grandissimo timore".

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