"Non ci rappresenti", "Che fai?". Conte contestato a Taranto

Il premier incontra i dipendenti dell'ex Ilva che lo contestano. E la trattativa con ArcelorMittal resta in alto mare

"Non ci rappresenti", "Che fai?". Conte contestato a Taranto

La trattativa tra il governo e ArcelorMittal per il futuro dell'ex Ilva è in alto mare. L'esecutivo non riesce a trovare la quadra per riaprire la partita e il contratto a quanto pare potrebbe essere un assist per la stessa ArcelorMittal. Il premier ha però deciso di andare a Taranto per incontrare i dipendenti dell'ex Ilva che oggi stanno scioperando per 24 ore in tutti gli stabilimenti ArcelorMittal presenti sul territorio nazionale. Quella di Conte nella città pugliese non è stata certo una passeggiata. Il premier è finito subito nel mirino dei dipendenti che adesso temono di perdere il posto di lavoto. "Parlerò con tutti, ma con calma", ha affermato il presidente del Consiglio davanti alla portineria D dello stabilimento. Si tratta dell'ingresso riservato agli operai, la trincea più calda di questa protesta. A questo punto, tra la folla uno dei cittadini presenti ha incalzato Conte: "Dovete conoscere questa situazione". Il premier ha replicato: "Sono qui per questo". E poi ha ammesso: "Non ho la soluzione in tasca".

Lo stesso Conte ha poi dovuto affrontare anche i dipendenti dell'ex Ilva che chiedono l'intervento immediato dell'esecutivo. Quella che si sta consumando a Taranto è una "guerra" tra i dipendenti e gli stessi tarantini che invece da anni denunciano un'allarme ambientale in città dovuto alla presenza dell'acciaieria. In tanti con striscioni e urla hanno detto a conte "noi vogliamo vivere".

Ma non è finita qui. Il premier ha ascoltato alcuni rappresentanti dei cittadini che non vogliono lo stabilimento in città: "Via lo scudo per Mittal, a Taranto è concesso tutto, la vita dei tarantini vale meno di quelli di Genova?". Insomma la tensione a Taranto è subito salita alle stelle. Il governo continua a brancolare nel buio e non riesce ad offrire soluzione per un vero e proprio cambio di rotta nella gestione di una crisi così profonda che mette a repentaglio il lavoro di più di 10mila persone. La vicenda Ilva poi si declina anche sul fronte politico con un braccio di ferro rischioso nella maggioranza proprio sullo scudo fiscale per l'azienda. Le parole di Di Maio di questo pomeriggio su questo punto sono piuttosto pesanti: "Se il Pd presenta un emendamento sullo scudo è un problema per il governo". Una dichiarazione di guerra da parte dei 5 Stelle contro i dem.

La partita sull'Ilva è lunga e rischia di chiudersi male per l'esecutivo. Un governo che deve fare i conti con una drammatica spaccatura al suo interno tra chi vuole salvare i posti di lavoro e chi invece usa la crisi attuale per rilanciare l'idea della chiusura della fabbrica.

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