Cronache

"Non è in Belgio. Così Saman è stata strangolata"

Nessuna traccia di Saman in Belgio. Il procuratore: "Reputiamo sia deceduta". La testimonianza del fratello minore: "Secondo me l'ha strangolata"

"Non è in Belgio. Così Saman è stata strangolata"

"Abbiamo appurato che in Belgio non c'è la ragazza". Parla chiaro il procuratore capo di Reggio Emilia, Isabella Chiesi, che si occupa del caso di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa più di un mese fa da Novellara, dopo essersi opposta al matrimonio combinato dai genitori. Non solo la ragazza non si trova in Belgio, ma diventa sempre più probabile che Saman sia stata uccisa: "Proseguono le ricerche dei resti della persona offesa- ha aggiunto il il procuratore- che purtroppo reputiamo sia deceduta". Ipotesi che troverebbe riscontro nelle immagini di un video risalente allo scorso 29 aprile, il giorno prima della scomparsa, in cui si vedono lo zio Danish e due cugini che camminano imbracciando delle vanghe, forse servite proprio a scavare la fossa in cui seppellire la 18enne.

Ma oltre al video, ci sarebbe anche il racconto fatto dal fratello 16enne della ragazza, che avrebbe detto, stando a quanto riportato da Agi: "Secondo me l'ha uccisa strangolandola, perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano": Ad ucciderla sarebbe stato lo zio Hasnain Danish, attualmente ricercato. "Ora andate a casa, ora ci penso io", avrebbe detto l'uomo ai genitori di Saman, Shabbar e Nazia Shaheen. A riportare le parole del fratello, riprese anche dal Corriere della Sera, è stata la Gazzetta di Reggio, secondo cui "tutto avviene sotto gli occhi del minore". In quel momento, il padre di Saman si sarebbe sentito male, ma non avrebbe avuto la forza di opporsi allo zio, al quale si sarebbero rivolti per risolvere la situazione. A quel punto, i genitori sarebbero tornati in Pakistan, lasciando il 16enne insieme allo zio a Novellara: qui, Danish avrebbe mostrato segni di cedimento, tra pianti e parole di conforto, senza però risparmiare le minacce al ragazzo, in caso avesse detto qualcosa alle forze dell'ordine.

Dal 30 aprile non si ha più alcuna notizia di Saman, che nel novembre 2020 aveva chiesto aiuto ai servizi sociali, dopo essersi opposta a un matrimonio combinato. Ma dopo un periodo trascorso in una comunità, la 18enne era tornata a casa. Fino a un mese fa. Qualcosa, però, aveva già messo nuovamente in allarme la ragazza, che al fidanzato avrebbe rivelato di sospettare di essere al centro di un piano di omicidio, dopo aver sentito una telefonata della madre: "L'ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me. Se non mi faccio sentire per più di 48 ore chiama le forze dell'ordine", aveva detto Saman al fidanzato. Poi la scomparsa. Qualche giorno fa, il padre aveva rivelato che la figlia si era trasferita in Belgio: "Il 10 giugno sono a Malpensa. Torno e spiego tutto ai carabinieri- aveva detto l'uomo al Resto del Carlino- Mia figlia è viva, l'ho sentita l'altro ieri". Parole smentite oggi dal procuratore capo di Reggio Emilia, convinta che la ragazza sia deceduta: "Credo si possa pensare che l'abbiano, per così dire, abbindolata facendole credere che avevano il biglietto per loro stessi e non per lei e che fosse certa di non dover andare in Pakistan. Questo, forse, l'ha rassicurata per tornare", ha aggiunto Isabella Chiesi. Da settimane ormai si cerca il corpo di Saman, ma individuarne i resti non sarebbe impossibile: "Un mese sotto terra è un periodo che consente di ritrovarli- ha precisato Chiesi- Gli strumenti utilizzati danno anche conto della discontinuità del terreno".

Al momento sono cinque gli indagati. Si tratta dei genitori di Saman, dello zio e di due cugini, uno dei quali è stato individuato e fermato in Francia, a Nimes. Per lui è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ancora nessuna traccia, invece, dello zio, anche se si pensa che sia in Europa.

I cinque sono indagati per omicidio per il quale, secondo il procuratore, "c'è la premeditazione".

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