Incredibile ma vero: nella giustizia italiana c'è un "settore" che l'Europa ci invidia. Si tratta della legislazione minorile. Riconoscendoci un "ruolo guida", con una direttiva l'Ue impone a tutti gli Stati membri di adeguarsi al più presto al nostro sistema. Il "primato" italiano risale a oltre cento anni fa: già nel 1908, infatti, una circolare del ministro del Guardasigilli diede dsposizioni affinché si istituisse la figura del giudice specializzato per i minorenni: un percorso innovativo che portò alla nascita del Tribunale per i minorenni nel 1934. Oggi però, con la riforma del ministro della Giustizia Andrea Orlando, tutto sta per cambiare. In pratica si va verso la soppressione dei Tribunali per i Minorenni e delle Procure presso i Tribunali per i minorenni, a favore di sezioni specializzate presso i Tribunali ordinari, che accorperebbero anche le competenze sulle separazioni in presenza di figli minorenni. Un cambiamento non di poco conto che presenta grossi rischi. Ne abbiamo parlato con Joseph Moyersoen, giurista, esperto di programmi di cooperazione internazionale in materia di giustizia minorile, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano.
Molti criticano l’abolizione dei tribunali e delle procure minorili e la creazione di “sezioni distrettuali” dei tribunali ordinari e di “gruppi specializzati” all’interno delle procure ordinarie. Lei che ne pensa?
Occorre innanzi tutto premettere che il ddl Orlando in questione è intitolato: “Delega al Governo recante disposizioni per l’efficienza del processo civile”. Riguarda la riforma di due settori: il “Tribunale per le imprese” e il “Tribunale della famiglia e della persona”. Già la denominazione dei due settori deve far riflettere: dove finisce il concetto di Tribunale “Per i minorenni” (qui di seguito TM, ndr)? Inoltre si tratta di una riforma che ha cambiato radicalmente volto e orientamento più volte in meno di due anni, passando da una iniziale abolizione dei TM, a un passaggio di tutte le competenze in materia civile minorile e familiare (tutele, separazioni e divorzi) e mantenendo la materia civile minorile (situazioni di pregiudizio), adozione, amministrativa e penale minorile ai TM, e poi a previsioni intermedie e via via diverse fino a quella attuale. Una riforma, per essere valida, deve partire da una propria ratio e filosofia, come è accaduto in passato. Cito come esempio il DPR 448/1988 relativo al processo penale minorile, oppure altre riforme anche più recenti e anche meno “condivise”. Così è accaduto con la riforma ordinamentale del Belgio, citato in un mio breve articolo (http://www.magistraturademocratica.it/mdem/speciale/famiglia-minori/ ), perché la riflessione è stata molto approfondita sia in fase di discussione della riforma che in fase di sua implementazione, sia da parte del legislatore, che da parte degli organi preposti all’applicazione della riforma, partendo proprio dal Ministero della Giustizia.
Detto questo, al fine di creare delle “sezioni circondariali” oltre alle “sezioni distrettuali presso i Tribunali ordinari, per essere fattibile necessita di stanziamento di fondi (magistrati, personale amministrativo, uffici e materiale di cancelleria) che al momento il ddl non prevede. Si tratta di una riforma ordinamentale a costo zero, pertanto con un valore analogo al suo costo. Infine i cosiddetti “gruppi specializzati” all’interno delle procure ordinarie, rischiano nella pratica, dipendendo tra l’altro dall’attenzione e dalla sensibilità del procuratore capo, di far perdere quella specializzazione che le procure minori, sia in materia civile che in materia penale, hanno acquisito in tanti decenni di operato ed esperienza.
L'Europa dice che il nostro sistema di legislazione minorile è all'avanguardia e che gli altri Stati devono adeguarsi, imitandolo. E' davvero così a suo avviso?
Sicuramente in merito alla competenza civile del TM (minori in situazione di pregiudizio), sarebbe opportuna una riforma, soprattutto per adeguare la procedura civile relativa ai procedimenti di volontaria giurisdizione alle regole del giusto processo, come peraltro da anni chiedono gli avvocati. In merito alla competenza penale minorile (minori che in fascia di età 14-18 anni commettono reati), abbiamo una normativa che ci invidiano gli altri paesi del mondo, anche europei. Pensi che lo scorso autunno, l’ex ministro della giustizia francese Christine Tobira, dimessasi a gennaio 2016, ha presentato una proposta di legge al Parlamento che prevede l’inserimento della nostra “probation processuale” (messa alla prova in fase di processo, art. 28 del DPR 448/1988), anche nel sistema penale minorile francese. Questo perché si tratta di un istituto altamente flessibile e che centra in pieno quella finalità educativa di tutto il nostro processo penale minorile.
Cosa si dovrebbe fare per razionalizzare il sistema?
Una riforma sarebbe opportuna. Ma una riforma ragionata, che ascolti e prenda spunto dagli operatori del settore (magistrati, avvocati e operatori psico-socio-educativi), e che non sia calata dall’alto e proposta da qualcuno che evidentemente non conosce il settore della giustizia minorile. Si dovrebbe prendere spunto dal modello del Tribunale di Sorveglianza, che ha la sua specificità sia sul versante dei componenti non togati (esperti di sorveglianza), sia sul versante dell’organizzazione territoriale con sedi a livello circondariale.
Ho sentito parlare di una petizione per fermare l'abolizione dei Tribunali per i minorenni...
Sì, è stata lanciata sul sito www.change.org dal dott. Paolo Tartaglione del CNCA Lombardia e ha già superato le 12.700 sottoscrizioni in poche settimane. Questa petizione ha avuto l'appoggio di vari personaggi, ma ne cito solo uno perché conosce bene il sistema italiano di giustizia minorile: Gherardo Colombo, il quale ha motivato così la sua adesione: "Ho scelto di firmare perché l'abolizione dei tribunali per i minorenni e delle sezioni dedicate della procura genera il rischio molto concreto e grave che la giustizia finisca per trattare ragazzi e bambini come se fossero adulti, con conseguenze molto negative per loro e per la collettività".
E’ importante dare ampia diffusione a questa petizione.
Poi, chi la condivide, è importante che la sottoscriva e la faccia circolare a sua volta tra parenti, amici e conoscenti, attraverso e-mail, o Facebook, ognuno può fare qualcosa. Non consentiamo che un patrimonio “inestimabile” di oltre 50 anni di esperienza di giustizia minorile italiana venga spazzato via.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.