Diciamolo onestamente: quello che è successo ieri in altri contesti sarebbe il là a una crisi di governo, minimo all'apertura di una verifica formale. Che un importante partito di maggioranza, la Lega di Salvini, non voti un importante decreto del governo è un fatto politicamente grave e lascia irrisolta la domanda di fondo al di là di come uno la pensi nel merito della questione delle riaperture: la Lega è un partito di governo o di opposizione? Salvini, nell'interessante intervista che oggi pubblichiamo, ci spiega che lui resta nel governo «per cambiarlo dall'interno», ma è una spiegazione vera solo in parte perché Draghi la sua ricetta sulle chiusure - che già teneva conto delle giuste istanze leghiste - non l'ha cambiata. Quindi la mossa del leader del Carroccio non ha alcun effetto pratico, ma solo propagandistico. E qui arriva il vero nodo: Salvini deve governare sì - così ha deciso - ma anche non lasciare spazio all'unico partito di opposizione, quei Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni che settimane dopo settimane gli rosicchia consensi cavalcando la protesta. Ma se ha una logica che un partito di opposizione appoggi quei provvedimenti della maggioranza che condivide, meno comprensibile è che un partito di maggioranza scelga di fiore in fiore in base alla convenienza. Così non può funzionare e la storia insegna che tenere i piedi in due scarpe non porta alcun beneficio né in termini politici (l'affidabilità in politica è importante) né elettorali (sei comunque complice delle scelte impopolari). Non sto sostenendo che Salvini abbia torto nel merito (sai che dramma, o che pericolo, sarebbe fissare il coprifuoco alle 23 invece che alle 22), dico che la stabilità di un governo chiamato a risolvere un'emergenza è assai più importante dei dettagli dell'emergenza stessa, come insegna anche il precedente di Conte. Io non penso che il governo Draghi sia indebolito da questo colpo di scena.
A indebolirsi è il centrodestra i cui tre soci, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia sulla stessa cosa ieri hanno votato in tre modi diversi (favorevole, astensione e contrario). Non è così che si può immaginare di costruire una alternativa credibile alla sinistra. Nulla di grave per carità, ma attenzione che gli elettori hanno la memoria più lunga di quanto si creda.
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