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Nuovo pasticcio di Inps e Regione Lazio: colf rischiano di non avere il bonus

Sul sito dell'Inps non c'è la causale 'Covid-19' per la sospensione o cessazione del contratto necessarie ad ottenere il bonus colf della Regione Lazio. I consulenti del lavoro denunciano: "Decine di domande rischiano di essere rifiutate"

Nuovo pasticcio di Inps e Regione Lazio: colf rischiano di non avere il bonus

Decine di colf nel Lazio rischiano di non poter accedere ai fondi messi a disposizione dalla Regione per "i soggetti più fragili ed esposti agli effetti della pandemia". Un contributo che va da 300 a 600 euro, stanziato nel bando "Nessuno escluso", pubblicato lo scorso 29 aprile.

Soldi che per chi ha sospeso l’attività o ha addirittura perso il lavoro per colpa del Covid, diventano essenziali. Eppure in molti potrebbero essere esclusi da questo bonus a causa di alcune ambiguità contenute nel bando pubblicato dalla Regione. A sollevare la questione è Teresa Marciano, vice presidente dell’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro. "È successo che molti colleghi, come indicato sull’avviso pubblicato dall’ente, nel primo giorno utile per presentare le domande hanno registrato la sospensione o la cessazione del contratto sul sito dell’Inps, ma sul portale dell’Istituto non è prevista la causale ‘Covid-19’ e così molti hanno selezionato l’opzione ‘aspettativa per motivi personali’", ci spiega la consulente.

Le richieste inoltrate in questo modo però potrebbero non andare a buon fine. Il motivo? Secondo la Regione Lazio "la causale indicata nella domanda di sospensione potrebbe essere troppo generica o riferibile anche ad altri eventi". Per questo l'ente "non ritiene valido il documento generato dall'Inps e consiglia di presentare un'autocertificazione o una dichiarazione di sospensione del rapporto firmata dal datore di lavoro". "A quel punto ho chiamato il numero dedicato per far presente la problematica – racconta Marciano – e l’operatrice mi ha confermato che le domande di 'sospensione per motivi personali' presentate sul sito dell’Inps non vengono prese in considerazione perché non riportano la dicitura Covid-19".

"Purtroppo però – continua la consulente - non è possibile integrare i documenti, né inoltrare nuovamente la domanda". Il risultato è che molte lavoratrici potrebbero ritrovarsi senza il contributo. "Praticamente resterebbero escluse per un errore riconducibile alla Regione Lazio", denuncia Marciano. In effetti, in un aggiornamento pubblicato il 5 maggio, primo giorno di presentazione delle domande, la Regione rettifica quanto scritto nel documento, specificando che la comunicazione all’Inps venga richiesta soltanto nel caso di cessazione del contratto. Per la sospensione, invece, basta "un’autodichiarazione" o "una dichiarazione da parte del datore di lavoro".

"In realtà anche in caso di cessazione il sito dell’Inps non contempla la causale Covid-19, quindi anche in questo caso le domande potrebbero essere scartate", continua la vice presidente dei Giovani Consulenti del lavoro. "Ci sembra assurdo - commenta - che delle pratiche contenenti la documentazione dell’Inps possano essere rigettate, anche alla luce del fatto che le colf nella domanda dichiarano che il contributo è richiesto per l'emergenza Covid-19, pertanto avrebbe valore di autocertificazione anche così".

Ma non è la sola criticità presente nel bando. "Nello stesso documento la Regione chiede l’autocertificazione Isee ordinario riferito ai redditi del 2019, redditi che – osserva la professionista - devono essere ancora dichiarati". Anche qui l’ente si affretta a chiarire: "Con riferimento all’Isee, la dicitura che specifica i redditi 2019 sta ad indicare un concetto di fondo legato alle finalità dell’avviso, ovvero che si tratti di contributi rivolti a persone in difficoltà economica".

"Ma come si fa a parlare di ‘concetti di fondo’ in un bando contenente misure fiscali e previdenziali, alla base del disastro economico a cui stiamo assistendo c’è anche l’incapacità di chi redige questi documenti e gestisce con superficialità aspetti che sono esclusivamente tecnici", si sfoga a nome della categoria. Lo sanno bene quegli italiani che per un cavillo o una mancata previsione in un modulo si sono visti negare l’accesso alle misure di sostegno messe in campo per affrontare una delle crisi più gravi degli ultimi anni.

"Ci aspettiamo che la Regione cerchi di rimediare al pasticcio, ammettendo anche le domande con la comunicazione della sospensione del contratto all'Inps per 'motivi personali', è ovvio che sono riconducibili all’emergenza sanitaria", è l’appello della consulente. E la questione entra pure nel dibattito politico.

"Abbiamo intere famiglie in ginocchio a causa di questa crisi e mi sembra paradossale che la Regione Lazio si fermi nell’erogazione del bonus in questione per un suo stesso errore di comunicazione con l’Inps", è il commento di Laura Corrotti, consigliera della Lega alla Pisana.

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