Coronavirus

Omicron 5 in frenata. "Il picco è ormai alle spalle"

Sebbene l'andamento dei casi di Omicron sia eterogeneo in base alle Regioni, al Nord Italia si assiste ad una flessione rispetto alle settimane precedenti. "Tendenza alla diminuzione"

Omicron 5 in frenata. "Il picco è ormai alle spalle"

Anche se i nuovi casi delle ultime ventiquattr'ore relativi ad Omicron sono stati poco più di 83mila, il tasso di positività è crollato all'11,6% e i numeri assoluti devono essere visti in maniera positiva: ci avviamo al picco di questa ondata di infezioni che, per lo più, sono leggere o asintomatiche e si risolvono in pochi giorni. L'altra buona notizia è la "tendenza alla diminuzione" che ci aspetta nei prossimi giorni: lo ha detto il prof. Antonello Maruotti, Ordinario di Statistica all’Università Lumsa e membro di un gruppo accademico che si occupa di statistiche sulla pandemia, StatGroup19.

Cosa succede da nord a sud

Anche se la situazione è diversa in base alle zone d'Italia, una prima flessione sembra registrarsi sulle regioni settentrionali. "Il picco di velocità di crescita dei contagi, che fornisce una misura affidabile della diffusione nel breve periodo, è ormai alle spalle per la maggior parte delle regioni del Nord", spiega Maruotti al Messaggero. Situazione diversa, invece, al Sud dove i contagi aumentano come in Sicilia che era stata risparmiata dai grandi numeri di Omicron 5. Situazione simile in Campania che registra un +72% di casi rispetto a sette giorni prima e "un trend crescente. Al momento è la regione che desta maggiori preoccupazioni, rimarcando anche che, al Sud, la ripresa dei contagi legati ad Omicron 5 è avvenuta con una settimana di ritardo, circa, rispetto al resto del Paese", spiega lo statistico.

Viceversa, in Friuli si assiste già ad una frenata con il picco dei contagi toccato la settimana scorsa. Adesso è in atto una "brusca frenata, segno che qualcosa sta cambiando". Anche in Veneto c'è una diminuzione della circolazione di Omicron 5 rispetto ai sette giorni precedenti (incremento passato da 84% a 64%) e in Lombardia. Al Centro Italia, invece, nel Lazio c'è una curva maggiore rispetto al resto d'Italia ma anche qui la situazione sembra in miglioramento con una crescita via via più lenta. "I dati dei prossimi giorni ci aiuteranno a capire quando si entrerà nella fase di picco, che, al momento ci aspettiamo per la fine della prima settimana di Luglio (4-10)", sottolinea Maruotti.

La situazione negli ospedali

Che il Covid sia mutato in meglio, grazie anche e soprattutto all'aiuto dei vaccini è un dato di fatto: i posti in terapia intensiva salgono solo di un punto percentuale rispetto alle tre settimane precedenti ma non c'è alcun allarme, un leggero e fisiologico aumento ben lontano dai picchi di positività del passato quando le altre varianti erano più pericolose e aggressive. Aumentano i ricoveri nei riparti ordinari ma "con una velocità di gran lunga inferiore (e non minimamente paragonabile) a quella osservata in corrispondenza dell'aumento dei casi", sottolinea l'esperto. Non solo, ma non si sa nulla sui ricoverati "con il Covid" o "a causa del Covid", distinzione che cambia del tutto la visione della malattia e il vero motivo per cui un paziente finisce in ospedale.

"Numero dei decessi basso e costante, per fortuna".

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