Cronache

Il caso dei guariti da Delta: dopo 20 giorni si reinfettano con Omicron

La variante Omicron può causare nuove infezioni anche a chi era stato colpito dalla variante Delta nel recente passato: ecco perché avviene e cosa dicono i numeri inglesi e italiani

Il caso dei guariti da Delta: dopo 20 giorni si reinfettano con Omicron

La variante Omicron può causare nuove infezioni anche nei soggetti che in precedenza avevano sviluppato la malattia al Covid-19 e anche in quelli contagiati con Delta a distanza di poche settimane.

I numeri dello studio inglese

Secondo i risultati degli studi condotti fino ad ora, se con le prime varianti era molto raro reinfettarsi, Omicron ha la capacità di aggirare anche l'immunità prodotta dalla precedente infezione naturale. Alcuni ricercatori inglesi hanno reclutato 100mila volontari in tutto il Regno Unito: tra questi, il 64,5% di 3.500 soggetti con tampone positivo tra il 5 e il 20 gennaio, ha dichiarato di essersi già ammalato nel recente passato. Come si vede, la percentuale è altissima anche se, come affermato dai ricercatori, servirano ulteriori evidenze per determinare "quante di queste reinfezioni sono genuine e quante fasulle, perché è possibile che il tampone abbia mostrato i residui di una vecchia infezione, magari avuta il mese precedente". In Regno Unito, comunque, i casi totali già accertati di reinfezione con la nuova variante sono l'11% secondo i dati della Health Security Agency ma potrebbero essere molti di più.

Cosa succede in Italia

Al Messaggero, il professore Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio Unico dell’Ausl Romagna, racconta che già in una ventina di casi rilevati, le persone avevano sviluppato la variante Delta con sintomi febbrili e un po' di tosse: dopo tre settimane dalla guarigione completa, ecco una nuova positivà causata da Omicron: una velocità mai vista in passato. "Probabilmente sono di più, nel nostro territorio, ma abbiamo potuto valutare solo i pazienti per i quali, nella prima infezione, era stato eseguito il sequenziamento del virus. Avevamo visto anche reinfezioni con Delta, ma erano rare e soprattutto di solito trascorrevano almeno tre mesi dalla prima. Ora ne vediamo dopo tre settimane, prima con Delta, poi con Omicron. Fino ad oggi non è mai avvenuto il contrario, ma è anche vero che Delta sta scomparendo, Omicron è ormai al 95%", afferma l'esperto.

Reinfezioni 5 volte maggiori con Omicron

In una ricerca precedente, l'Imperial College di Londra aveva stabilito che le reinfezioni con Omicron sono 5 volte più frequenti rispetto a Delta. "Non dimentichiamoci - afferma a Repubblica Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi - che questo è quasi un altro virus rispetto al ceppo originario di Wuhan, dal quale differisce con 32 mutazioni. È come se si fosse camuffato con baffi finti e parrucca. In questo modo il sistema immunitario non lo riconosce subito, lo fa entrare e permette la reinfezione". Gli fa eco il presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e Ordinario di Malattie infettive alla Sapienza Università di Roma, Claudio Mastroianni, che sottolinea come la reinfezione con Omicron "risulta aumentata fino a 5-dieci volte".

Secondo i dati del nostro Istituto Superiore di Sanità, dal 24 agosto 2021 scorso al 9 gennaio 2022, in Italia sono stati già segnalati quasi 109mila casi di persone ammalate due volte al Covid-19, circa il 2,7% del totale. Nell'ultima settimana, però, questa percentuale è salita al 3,2%. I soggetti più a rischio sono soprattutto gli operatori sanitari, i non vaccinati e la fascia d'età 20-39 anni.

Perché ci si reinfetta

Come si osserva nella stragrande maggioranza di casi, però, l'ottima notizia sono i sintomi lievi provocati da Omicron soprattutto nei vaccinati. "Stando ai dati, chi ha contratto il Sars-Cov-2 con la variante Alfa o con la Delta è suscettibile a Omicron, ma, se vaccinato, generalmente la reinfezione è senza sintomi oppure con sintomi lievi o moderati", aggiunge Mastroianni. Ma per quale motivo è possibile reinfettarsi con questa facilità? "Con Omicron c’è una importante elusione del sistema immunitario dei soggetti già contagiati con altre varianti. E questo spiega come mai in Italia stiamo vedendo, anche con tempi ravvicinati, persone contagiate con Delta, che si reinfettano con Omicron", spiega al Messaggero il professor Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive al Policlinico Gemelli di Roma e docente dell’Università Cattolica.

Il concetto è sottolineato anche dal prof. Mario Clerici, immunologo presso l'università Statale di Milano e la Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus. "Le reinfezioni sono associate a varianti diverse, mentre si ritiene altamente improbabile un secondo contagio con la stessa forma virale, ovvero per esempio delta-delta o omicron-omicron", spiega a Repubblica.

La cosa ancora non chiarita, dagli esperti, riguarda la velocità con cui ci si può reinfettare: pochi giorni o un lasso di tempo più lungo? Sembra che, in questo caso, il nuovo contagio sia possibile "anche in un periodo piuttosto breve", sottolinea Clerici.

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