Coronavirus

Omicron, i nuovi numeri: le due Regioni a rischio alto

Incidenza da zona rossa, Rt appena sotto la soglia d'emergenza. Solo una Regione a rischio basso. Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia-Romagna verso il giallo a gennaio

Omicron, i nuovi numeri: le due Regioni a rischio alto

Che la situazione sul fronte pandemico stia peggiorando, e lo stia facendo velocemente, lo ha confermato un numero: 44.595. Sono i nuovi contagi registrati ieri (a fronte, va sottolineato, di oltre 900.000 tamponi effettuati), il record assoluto da che il virus ha travolto l'Italia. Colpa della variante Omicron, che si diffonde molto più rapidamente che le altre comparse finora e il cui tasso di contagiosità è senza precedenti. Anche se, come conferma lo stesso ministero della Salute, è di gran lunga meno pericolosa delle altre varianti.

Il 28% delle nuove infezioni è imputabile a questa variante. E il picco non è ancora arrivato. Ai microfoni di Sky, il consigliere scientifico di Roberto Speranza, Walter Ricciardi, ha parlato di «un rialzo fortissimo dei casi» previsto per gennaio. «Gli studi dicono che Omicron è meno violenta di altre varianti, ma dobbiamo attendere per vederne gli effetti reali. Con la terza dose siamo al sicuro», continua Ricciardi. Che ci aspettano settimane dure lo ribadisce Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità: «Il numero dei casi, vista la diffusione della variante Omicron, è destinato a crescere ancora. Abbiamo fortunatamente una copertura vaccinale elevata che ci ha preservato e ci sta ancora preservando da conseguenze troppo negative».

L'ultima fotografia della diffusione della malattia e dei pazienti ricoverati la fornisce proprio l'Istituto superiore, che ha diffuso i dati della cabina di regia, presieduta ieri dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Il numero che preoccupa è quello dell'incidenza: 351 casi ogni 100.000 abitanti, a fronte dei 241 di una settimana fa. La soglia della zona rossa, per capire, è 250 casi. E con la moltiplicazione dei casi Omicron, con tutta probabilità, l'incidenza crescerà ancora. L'Rt, l'indice di contagio, è stabile a 1,13, appena inferiore alla soglia di allarme di 1,2 ma ben sopra la soglia epidemica. Si aggrava anche la situazione negli ospedali: negli ultimi sette giorni, il tasso di occupazione delle terapie intensive è salito al 10,7% (era al 9,6% il 16 dicembre), quello di occupazione delle aree mediche è al 13,9% (cresciuto di quasi due punti percentuali in una settimana).

Solo una Regione è a rischio basso, continua il report diffuso dall'Iss. Due sono a rischio alto, tutte le altre sono in fascia moderata. Ma l'allerta è sempre alta, anche perché in cinque Regioni è ritenuto probabile che la progressione del virus faccia passare alla fascia di rischio più alta. Per ora, nessuna nuova Regione dovrebbe finire in giallo da lunedì. Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna restano in bianco, anche se non è improbabile che passino in fascia gialla dal 3 gennaio. Nella settimana che precede Capodanno, dunque, la situazione resterà invariata, con Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche e Calabria in giallo.

Per far fronte al peggioramento diffuso dei dati, il Governo ha varato un nuovo pacchetto di misure restrittive, anche in vista del periodo più "caldo" delle vacanze natalizie. La mascherina diventa obbligatoria anche all'aperto in tutto il Paese, con effetto immediato. E sui mezzi pubblici la chirurgica non sarà più ammessa. Il Green pass rafforzato verrà ampliato dal 10 gennaio. L'appello a vaccinarsi rimane prioritario, sia per chi deve ricevere la terza dose, sia per chi non ha ancora prenotato la prima.

Ieri sono state somministrate 399mila dosi, di cui 28mila a chi era al primo appuntamento con il vaccino.

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