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La sorpresa sui furbetti della Cig: sono meno degli onorevoli accattoni

L'Inps indaga su oltre tremila aziende sospettate di aver tentato di frodare l'ente incassando indebitamente la cassa integrazione Covid

La sorpresa sui furbetti della Cig: sono meno degli onorevoli accattoni

L'Inps indaga su oltre tremila aziende sospettate di aver tentato di frodare l'ente incassando indebitamente la cassa integrazione Covid. Numeri che sembrano corroborare un tam tam già partito sui social da giorni, una condanna alle aziende furbette senza appello. E, a guardare i numeri, anche senza prove.

Va innanzitutto rilevato che ancora una volta un dossier che mette in cattiva luce un'intera categoria trapela dall'Inps. A indagare è sempre la direzione Antifrode, la stessa che aveva dato la caccia ai «politici accattoni». E, guarda le coincidenze, dopo la casta della politica sottoposta alla gogna agostana, nel mirino c'è di nuovo una categoria invisa ai 5 Stelle, il partito del reddito di cittadinanza che bolla come «prenditori» le persone che tentano di fare impresa nel Paese dove chi lavora e guadagna è sospetto. Pasquale Tridico, che dai 5 Stelle è stato messo alla guida dell'Inps trasformandolo in un'agenzia di propaganda al loro servizio, insiste a non spiegare perché è stata condotta una ricerca sui politici, chi ha fatto trapelare i nomi dei deputati «colpevoli» (ma solo quelli di centrodestra, sugli altri è calato il silenzio) e perché per oltre due mesi l'Inps non abbia chiesto conto ai deputati dei 600 euro ricevuti.

Per di più, da giorni la Commissione Lavoro della Camera cerca di avere conferma dei nomi di tutti i deputati coinvolti, ma Tridico, a sputtanamento già servito su media e social media, ora si trincera dietro la privacy, nonostante ben due pareri favorevoli del Garante.

Il nuovo dossier Inps però rischia di mancare il bersaglio dello svergognamento, almeno per chi sa fare di conto. Davvero tra le imprese è partito un diffuso assalto alla diligenza della cassa integrazione (che peraltro, com'è noto, continua ad arrivare in ritardo ai lavoratori)? Tra le imprese nel mirino delle Inps in realtà ce ne sono almeno duemila fasulle create apposta per passare all'incasso, con assunzioni tarocche di amici e cugini. Ma anche considerandole tutte come imprese vere, e sebbene il conto sia necessariamente approssimativo perché i dati a disposizione si basano su periodi non perfettamente coincidenti, la conclusione statistica è chiara: se a barare sono state 3.000 imprese su 2,1 milioni che hanno chiesto la cassa Covid (almeno per il mese di aprile), la percentuale di scorrettezza è appena dello 0,14%. Un tasso molto inferiore pure al 5 su 945 (pari allo 0,5%) dei parlamentari beccati a chiedere l'obolo dei 600 euro. Tra di loro, tra l'altro c'era un deputato dei 208 deputati del M5s. Quindi tra i grillini la percentuale di furbetti è dello 0,48%.

Superiore a quella dei «prenditori».

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