Il futuro incerto degli operai di Termini Imerese

Gli ex operai Fiat fanno i conti con le promesse non mantenute per reindustrializzazione della zona. L'ex premier aveva detto: "Salvare lo stabilimento". Ma nulla è cambiato

Il futuro incerto degli operai di Termini Imerese

Non c'è pace per gli ex operai della Fiat di Termini Imerese. Sette anni dopo la chiusura dello stabilimento e la promessa - mai mantenuta - di una reindustrializzazione dell'area con l'arrivo della Blutec, l'intero territorio da anni spera di uscire dall'incubo di una zona economicamente depressa.

L’Accordo del 2014 «per la disciplina degli interventi di riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese», stipulato da ministero dello Sviluppo economico, ministero del Lavoro, Regione siciliana e comune di Termini Imerese, puntava ad attrarre nuovi investimenti produttivi con gli incentivi del contratto di sviluppo. L’Accordo finanziato con 150 milioni di euro di fondi nazionali e 90 milioni di fondi regionali prevede che la Blutec inizi lo sviluppo e la produzione del Fiat Doblò elettrico.

Invitalia, l’agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa, ha avviato le procedure per ottenere da Blutec la restituzione di venti milioni di euro che erano stati investi sull’ex polo industriale Fiat. Secondo Invitalia, Blutec non avrebbe dato inizio alle operazioni di rilancio del polo industriale e a temere una situazione di stallo è proprio il primo cittadino di Termini Imerese che teme si possa bloccare definitivamente la procedura di reinserimento dei mille lavoratori tra indotto e stabilimento che lavoravano per Fiat.

Blutec dal canto suo, sostiene di avere riassorbito 130 lavoratori. Altri cento saranno messi in servizio entro l’anno e nel 2019 la fabbrica sarà portata a regime. Insomma secondo il management la fase di avvio è già iniziata.



Intanto il Governatore Nello Musumeci aveva assicurato gli operai «Il governo regionale sta già seguendo la vicenda relativa alla Blutec - dice il numero uno della Regione Sicilia -. Insieme all’assessore alle Attività produttive ho incontrato i vertici dell’azienda di Termini Imerese e apprezziamo l’impegno del mondo sindacale affinché venga trovata una soluzione. Subito dopo l’approvazione della legge Finanziaria e del Bilancio, ci faremo promotori di un incontro al ministero dello Sviluppo economico per tentare di trovare una risposta concreta per i lavoratori e per il rilancio del sito».

Sul piede di guerra ci sono soprattutto i sindacati Fiom, Fim e Uilm Palermo che nei giorni scorsi hanno occupato, insieme ai lavoratori, il comune di Termini Imerese. «il silenzio del governo nazionale, garante dell’accordo tra Invitalia e Blutec, non è giustificabile. Per questo abbiamo deciso di occupare il Comune di Termini Imerese. Vogliamo risposte concrete per i mille lavoratori e per il rilancio del sito. E chiediamo subito la convocazione al Mise.

Sono già trascorsi venti giorni da quando Invitalia ha avviato le procedure per ottenere da Blutec la restituzione di venti milioni, una quota dei finanziamenti pubblici destinati alla ripresa produttiva dello stabilimento ex Fiat. Ma nulla è cambiato. Senza risposte continueremo con azioni di protesta».

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