Ora i vescovi buonisti chiedono a Salvini di far approdare Sea Watch

Due vescovi hanno commentato la vicenda che sta coinvolgendo la nave Sea Watch. Uno di loro ha rivolto un appello alle istituzioni per contrastare quelli che ha interpretato come dei "germi di razzismo"

Ora i vescovi buonisti chiedono a Salvini di far approdare Sea Watch

Due vescovi hanno chiesto al ministro Matteo Salvini di aprire i porti per far sbarcare i migranti presenti su Sea Watch.

Come spesso accade quando a parlare sono degli ecclesiastici, bisogna dedurre tanto i riferimenti quanto il destinatario verso cui quei messaggi vengono inoltrati. Il leader del Carroccio non viene nominato all'interno dei virgolettati, ma è abbastanza chiaro che mons. Rosario Gisana e mons. Antonio Staglianò, contestando l'attuale gestione dei fenomeni migratori e la mentalità restrittiva che si starebbe diffondendo, abbiano voluto richiamare l'esecutivo del Belpaese.

A smuovere le coscienze di questi presuli è la mancata disponibilità dell'Italia. Monsignor Gisana ha ammesso di essere scandalizzato. Il fatto - ha rivelato a Radio Vaticana, come riportato su LiveSicilia.it - è che la nostra nazione si è sempre distinta per essere accogliente. Adesso, invece, sarebbero riscontrabili persino dei "germi di razzismo". Specie da parte di coloro che non possono vantare percorsi di fede all'interno della loro esistenza.

Poi, dopo la premessa, è il turno della sollecitazione. Quella in cui Matteo Salvini e la sua "linea dura", in fin dei conti, non vengono tirati ballo: "Serve uno scatto di responsabilità da parte delle istituzioni - ha detto il vescovo di Piazza Armerina - , non solo da un punto di vista politico ma anche da un punto di vista ecclesiale. Le istituzioni hanno l'obbligo di prendere provvedimenti seri su questo argomento". Ma monsignor Gisana non è l'unica voce del coro.

A fare eco alle parole del presule ci ha pensato un altro suo "collega". Monsignor Staglianò, stando sempre a quanto si legge sul sito citato, ha domandato una "pronta soluzione umanitaria" in grado di mettere la parola fine alla vicenda che sta coinvolgendo Sea Watch: "Tanta gente - ha argomentato il vescovo incaricato a Noto - si rivolge alla Chiesa dicendo la propria disponibilità ad accoglierli, segno che la pietà umana è viva - ha proseguito il presule, per mezzo di una presa di posizione che è stata rilasciata alla Sir -".

Bergoglio, sul tema, è stato chiaro. E il monsignore di Noto ha scelto di evidenziare che la sua visione coincide con quella del Santo Padre: "Viene chiesto alla politica di fare passi di pace e quindi di attenzione all'uomo che soffre - ha continuato - , e solo così sarà vera politica, come ha sottolineato Papa Francesco nel messaggio della Giornata mondiale della pace".

In queste ore particolarmente calde dal punto di vista della polemica politica, questi vescovi sembrano avere le idee chiare sul da farsi. Come del resto il ministro dell'Interno, che non è intenzionato a cambiare idea. Il leader della formazione leghista, durante la giornata di ieri, ha dichiarato che "la chiesa del territorio, la chiesa delle parrocchie, è quella che vive sulla propria pelle i problemi reali, che magari qualcuno in Vaticano vede da lontano.

E io dico che l'integrazione è possibile con un numero limitato".

Ma i vescovi, pure quelli che operano sui territori, non mollano la presa e, direttamente o meno, spingono per l'apertura dei porti per Sea Watch.

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