Cronache

"Quei nomi sono razzisti". Il politicamente corretto contro piante e animali

La revisione dei nomi di animali e piante presenti nei trattati della Audubon è partita su impulso dello choc causato dall'uccisione di George Floyd

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Negli Stati Uniti si sta assistendo all'ennesima attività revisionistica derivante dal politicamente corretto: la crociata contro i "nomi razzisti di animali e piante". A farsi promotrice di tale campagna revisionistica è stavolta la National Audubon Society, organizzazione no-profit impegnata nella salvaguardia della natura e nella catalogazione di uccelli, pesci e alberi presenti in territorio americano. Tale ente, nato a inizio Novecento in onore dell'ornitologo franco-statunitense John James Audubon, ha infatti deciso ultimamente di dare soddisfazione alle voci di protesta alzatesi di recente in merito ai presunti "nomi offensivi" di alcune specie presenti nella nomenclatura curata dalla medesima organizzazione, provvedendo così a lanciare una "revisione" dei propri trattati contenenti le denominazioni incriminate.

Lo zelo revisionista della Audubon ha preso avvio lo scorso anno, ossia dopo la constatazione, da parte degli stessi vertici dell'organizzazione, della scarsa presenza di scienziati di colore nei propri ranghi, nonché dopo l'ondata di proteste scatenatasi per via dell'assassinio di George Floyd. A venire ribatezzato in maniera meno "dispregiativa", dai "riformatori" incaricati dalla Audubon di modificare i nomi citati, sarà, ad esempio, l'albero corallo africano (Erythrina Caffra), che fa cenno, accusano i promotori della revisione, all'espressione dispregiativa con cui venivano chiamati gli abitanti del Mozambico; a cambiare nome sarà anche il pino sabiniano della California, per il fatto che viene comunemente chiamato "digger" (scavatore), un nomignolo con cui venivano dispregiativamente definiti i nativi americani di diverse tribù, ridotti a cercare cibo tra i rifiuti delle nuove terre dove venivano esiliati; un ulteriore cambio di denominazione riguarderà lo zigolo di McCown, che è un uccello così chiamato in onore del capitano John McCown, un ornitologo dilettante che combattè per l'esercito confederato e che si vantava di possedere una collezione di teschi di indigeni uccisi.

Alla crociata contro le denominazioni discriminatorie di animali e piante hanno di recente deciso di partecipare sia altre organizzazioni private, come la Società entomologica americana, sia agenzie governative come lo U.S. Fish and Wildlife Service. La prima andrà infatti a correggere il nome di alcune falene; in particolare, hanno annunciato i vertici dell'associazione, a vedersi attribuire un nome "meno offensivo" sarà una classe di falene note finora negli Usa come "gipsy" (zingare). L'agenzia governativa citata modificherà invece la denominazione di alcuni pesci; a venire ribatezzati su impulso del politicamente corretto saranno delle carpe oggi dette "asiatiche", in quanto tale appellativo viene generalmente associato a soggetti dediti alla "frequentazione dei bassifondi".

Lo zelo revisionista manifestato dai vertici della Audubon potrebbe alla fine mettere nel mirino addirittura il padre nobile della stessa organizzazione, in quanto John James Audubon è stato ultimamente accusato da più parti di avere effettuato le proprie spedizioni ornitologiche grazie ai soldi fatti dalla sua famiglia in piantagioni schiaviste nei Caribi.

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