"Sono amareggiato, ora con i miei legali, che ringrazio per il gran lavoro svolto, attendiamo le motivazioni per poter presentare ricorso in appello". Così Franco Bologna, vicesindaco di Carcare, ha commentato la condanna a duemila euro di multa per un'ordinanza che emanò del 2016 quando era primo cittadino del paese in provincia di Savona.
L'ordinanza, come ricorda La Stampa, riguardava l'accoglienza dei migranti e, dalla sentenza di stamattina, è stata definita "razzista". L'allora sindaco, per tutelare la salute dei suoi concittadini in vista, vietava la "dimora, anche occasionale, a persone provenienti dall’area afro-asiatica prive di regolare certificato medico attestante le condizioni sanitarie" dal momento che i migranti sarebbero stati accolti nei pressi di un asilo nido. Il provvedimento era stato ritenuto discriminatorio e razzista dalla Procura che aveva emesso un decreto penale di condanna per il sindaco il quale avrebbe dovuto pagare una multa da 3750 euro. Da qui il processo e la condanna odierna. Bologna, dal canto suo, ha spiegato: "I miei legali hanno svolto un ottimo lavoro, contestualizzando i motivi di quella ordinanza di fronte al paventato arrivo di oltre una cinquantina di richiedenti asilo che sarebbero dovuti essere ospitati a stretto contatto con i bambini dell’asilo nido. Un’ordinanza basata esclusivamente su motivi di sicurezza sanitaria, come del resto ha rimarcato il lungo elenco di testimoni che abbiamo presentato, a fronte di un arrivo così massiccio e con quella collocazione. Ma anche le molte testimonianze non sono bastate al giudice".
L'ex primo cittadino si è detto convinto di aver agito per il bene della collettività: "Se uno accetta di diventare sindaco di un paese deve accettarne anche le responsabilità, e questo è stata quell’ordinanza, un discorso di responsabilità. E per questo non accetterò una condanna penale ma ricorrerò", ha concluso.
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