Cronache

La pakistana scomparsa da Verona è stata liberata dalla polizia

La ragazza sarebbe stata portata nel Paese d'origine con l'inganno. Alle amiche ha scritto: "Questa volta mio padre mi uccide"

La pakistana scomparsa da Verona è stata liberata dalla polizia

Portata in Pakistan con l'inganno dal padre. Poi legata per otto ore e costretta ad abortire. Una storia che fa rabbrividire quella che vede protagonista una ragazza di orgini pakistane residente a Verona. Ora la ventenne è stata liberata dalla polizia a Islamabad. È al sicuro e si trova in compagnia di rappresentanti delle autorità italiane. A febbraio Farah aveva detto agli amici: "Ci vediamo tra una settimana". Ma da quei giorni, però, nessuno l'aveva più vista.

La studentessa - iscritta all'ultimo anno dell'istituto professionale Sanmicheli della città veneta - era rimasta incinta di un ragazzo, anche lui pakistano, con il quale stava avendo una storia. Un fatto che avrebbe fatto infuriare il genitore fino a spingerlo a costringere la figlia a interrompere la gravidanza. "Mi hanno fatto una puntura e hanno ucciso il mio bambino. Mio padre vuole che mi sposi qui", ha scritto Farah alle amiche su Whatsaap. E poi in una nota audio ha raccontato: "Mi hanno sedato, legato a un letto e costretto ad abortire". La Farnesina era intervenuta chiedendo all'ambasciata d'Italia nella capitale pakistana di verificare con urgenza le notizie relative alla studentessa.

I maltrattamenti in famiglia

Come riporta Tgcom24, la ragazza vive a Verona dal 2008. Suo padre è proprietario di un negozio ed è stato più volte denunciato per maltrattamenti in famiglia, tanche la giovane a settembre si era rivolta ai servizi sociali per chiedere aiuto. La situazione era grave al punto che il Comune ha deciso di ospitarla per diverso tempo in una struttura protetta.

Farah, dopo aver detto di essersi riconciliata con famiglia, è tornata a casa e poi è stata costretta a partire per il Pakistan. Qui è iniziato l'incubo. E a raccontarlo è stata la ventenne attraverso dei messaggi whatsaap alle amiche. La giovane sarebbe stata chiusa in camera, legata e sedata fino all'intervento di una dottoressa che l'ha costretta ad abortire con una pillola. A dare impulso alle indagini era stata la rete scolastica della giovane, dalle compagne fino ai dirigent.

Farah è molto conosciuta e apprezzata nell'ambiente scolastico. Tanto che l'Istituto istituto professionale Sanmicheli, da lei frequentato, si era attivato per anticiparle gli esami di maturità in modo da permetterle di affrontare i mesi di gravidanza più serenamente.

La sua storia ricorda quella di Sanaa, la ragazza pakistana che viveva a Brescia ed è stata uccisa dal padre.

Solo perché voleva sposare un italiano.

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