La pastorale sui migranti di Papa Francesco non conosce pause. Oggi Jorge Mario Bergoglio ha ricevuto in udienza alcuni membri della Chiesa luterana finlandese. L'argomento scelto dal vertice della Chiesa cattolica, ancora una volta, ha sfiorato la questione dell'atteggiamento da avere nei confronti di coloro che migrano da una nazione all'altra. Il Papa, com'è ormai risaputo dal mondo intero, crede che il Vangelo disponga in materia la necessità di accogliere. Chi apre le porte di casa propria, peraltro, diventa di conseguenza "più ricco". Questa è la traccia dell'ultima riflessione proveniente dal pontefice della Chiesa universale.
Le considerazioni di Jorge Mario Bergoglio possono essere estese al di là del piano del dialogo interreligioso, che è il tema affrontato in udienza poco fa con i finlandesi. L'ecumenismo è un'altra costante di questo pontificato. Ma quando il Papa parla di "ospitalità" bisogna riferirsi a tutte le possibilità offerte da un comportamento aperturista verso l'altro, che per la dottrina cristiano-cattolica è sempre il prossimo: "Come cristiani battezzati, noi crediamo che Cristo vuole incontrarci proprio in quelle persone che nella vita hanno fatto naufragio, in senso letterale o figurato - ha esordito l'ex arcivescovo di Buenos Aires - . Poi è arrivato il più consueto degli appelli, con un accento posto però sugli effetti positivi dell'accoglienza, in una chiave prettamente spirituale: "Chi offre ospitalità - ha fatto presente il Santo Padre, come ripercorso pure dalla Lapresse - non diventa più povero, ma più ricco. Chiunque dona, riceve a sua volta. Infatti, l'umanità che mostriamo agli altri ci rende misteriosamente partecipi della bontà del Dio fattosi uomo". L'economia del dono, insomma, è solo benevola, oltre a poter essere praticata nei confronti di qualunque situazione.
Due giorni fa l'ex arcivescovo di Buenos Aires ha preso una decisione storica, nominando sottosegretaria della Segreteria di Stato una giurista, che è nota pure per il suo impegno in favore dei migranti. Un'altra scelta che conferma quale sia l'orientamento impresso dal vescovo di Roma in questa fase di storia ecclesiastica, che è anche densa però di dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e quella protestante. Bergoglio oggi ha rimarcato come la condizione del battesimo sia prioritaria per lo "stare insieme" e per non considerare gli altri cristiani alla stregua di "avversari". I cattolici tradizionalisti, dal canto loro, segnalano da tempo i rischi derivanti da quella che ritengono essere una vera e propria "protestanzizzazione" del credo religioso. Ma il Papa delle riforme tira dritto, spingendo in qualche modo per un'unità d'intenti tra tutte le confessioni religiose. Sull'ospitare o no, in fin dei conti, non dovrebbero sorgere dubbi.
Anche perché questa "gratitudine - ossia quella del battesimo - collega e allarga i nostri cuori, li apre al prossimo, che non è un avversario ma il nostro amato fratello, la nostra amata sorella".
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