Cronache

"A bordo non venite". Il ragazzo scomparso sulla crociera

La famiglia di Alessio Gaspari vuole verità sulla scomparsa del giovane: il fratello Simone ha raccontato la vicenda a "Chi l'ha visto?"

"A bordo non venite". Il ragazzo scomparso sulla crociera

La famiglia di Alessio Gaspari continua a cercare la verità. Dopo la scomparsa del terzo ufficiale di bordo su una nave Costa Crociere, il fratello Simone ha espresso i suoi dubbi a “Chi l’ha visto?”. In trasmissione è stata ripercorsa la storia di Alessio, 25 anni, originario di Ortona, che lavorava sulle navi da crociera dopo aver studiato tutta la vita per farlo e poi lavorato con ambizione.

Le ultime immagini social del giovane risalgono al 20 gennaio: Alessio è in uno dei bar della nave Aida Diva di Costa Crociere insieme a due altri membri italiani dell’equipaggio. Avrebbe dovuto essere il suo ultimo giorno a bordo: il 21, aveva annunciato ai suoi cari, sarebbe sbarcato in Danimarca per poi spostarsi in Germania e fare il tampone, e quindi rientrare in Italia indicativamente lo scorso 24 gennaio. Ma alle 8 della mattina del 21 Alessio risultava sparito, la sua valigia ancora in fieri nel suo alloggio. Sul ponte 4 vengono ritrovati i suoi effetti personali.

Dopo le ricerche delle autorità portuali danesi, la sparizione di Alessio non è stata ritenuta sospetta e si è ritenuto si sia trattato di un suicidio. Ma i dubbi della famiglia sono tanti: Alessio aveva fatto progetti per il suo ritorno, aveva comprato dei regali per i nipotini, inoltre il luogo che è stato ipotizzato essere il teatro del presunto suicidio sarebbe troppo scomodo, insolitamente troppo pulito e ben lontano dall’alloggio del giovane, che si trovava al ponte 8. Un’amica ha affermato che intorno a mezzanotte Alessio ha visualizzato i messaggi social.

Le telecamere a circuito chiuso della nave erano fuori uso per un attacco hacker subito a dicembre. E lo psicologo, con il consenso della compagnia, pare abbia chiesto che la famiglia non avesse contatti con i membri dell’equipaggio per non turbarli ulteriormente. Intanto, mentre si effettuano indagini sul cellulare di Alessio, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto procedimento penale contro ignoti per la morte di Alessio Gaspari. In altre parole ora si indaga per presunto omicidio. In una nota, la compagnia si è detta collaborativa con le autorità danesi e italiane.

Il fratello di Alessio è sconvolto, continua a pensare che un suicidio “non ha senso”. “Ci siamo subito organizzati per andare in Danimarca - ha raccontato Simone a Federica Sciarelli - La mattina della partenza ero davanti l’hotel di Fiumicino per il taxi verso l’aeroporto, quando ricevo una telefonata dai rappresentanti della compagnia, che ci dicevano che lo psicologo di bordo aveva avuto un colloquio con i membri dell’equipaggio e che i membri dell’equipaggio erano troppo scioccati per ricevere la nostra presenza. Io gli ho detto: ok, siete 60 a bordo, 60-70 su una nave di dieci piani di 250 metri, metteteli tutti da parte e noi vogliamo solo venire e parlare. Ci hanno risposto: eh, ma anche vedere il tender che arriva per loro potrebbe essere provante.

Ma a me una domanda sorge spontanea: se ci tieni così tanto al tuo equipaggio, alla loro salute, perché li metti in condizione di lavorare in un contesto in cui qualunque cosa succeda tu non sei in grado di sapere cosa sia successo?”.

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