Massimo Bossetti è stato condannato per l'omicidio di Yara Gambirasio. Ma secondo alcuni periti ci sarebbe ancora punti oscuri sulla vicenda che andrebbero chiariti. E uno di questi lo sottolinea Luigi Nicotera, tecnico informatico forense che ha eseguito alcune perizie per la difesa di Bossetti: "Si è discusso allo sfinimento del Dna, di cui tutti ormai si credono esperti, ma guardi che al processo i genetisti parlavano un linguaggio estremamente diverso e ben più complicato di quello spiegato da giornali e televisioni. Se questi argomenti complessi non vengono correttamente compresi dalla Corte e dalla Giuria, questo può creare incomprensione ai non addetti; ecco cosa ha penalizzato Bossetti. Ci sarebbero voluti dei periti "super partes" un po' per tutte le materie trattate, a partire dal Dna, per far capire a chiunque di cosa si trattava, ma la presidente Bertoja non ha ritenuto opportuno nominarli", spiega a Libero.
Poi aggiunge: "Per quanto riguarda il cellulare e i tabulati di Bossetti, sui quali ho lavorato per mesi e mesi, pensi che dalle analisi complete dei tabulati stessi è emerso che in momenti compatibili con la presenza di Massimo in casa (ad esempio il sabato e la domenica) circa il 15 per cento del traffico generato e ricevuto dal suo telefono era fatto agganciando la cella che invece, secondo l' accusa, lo ha incastrato. Cioè quella cella di Mapello "Via Natta - Settore 3" che il suo telefono aggancia il 26 novembre 2010 alle ore 17:45 e che è la stessa che aggancia il telefono di Yara un' ora dopo, ma nel "Settore 1" quindi nella direzione opposta a quella dell' indagato.
Questo per noi può indicare che Bossetti era nel tragitto per ritornare a casa, in casa o nelle vicinanze, e non a seviziare la piccola Yara. Invece le celle telefoniche, ed i suoi settori, assieme ad altri elementi, gli sono costati una condanna. Per noi ingiusta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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