Il piano per fermare gli scafisti Più armi per i militari della Libia

La partita per la gestione dell'emergenza immigrazione non si gioca solo sul fronte delle Ong e sui porti chiusi. C'è anche il fronte della Libia

Il piano per fermare gli scafisti Più armi per i militari della Libia

La partita per la gestione dell'emergenza immigrazione non si gioca solo sul fronte delle Ong e sui porti chiusi. Il nodo da sciogliere resta quello della Libia. È dalle coste libiche che di fatto partono i barconi con i migranti ed è lì che serve un intervento per mettere all'angolo gli scafisti che da anni lucrano sulla pelle di poveri disperati. E su questo aspetto anche lo stesso ministro degli Interni, Matteo Salvini è intervenuto ieri durante l'incontro con il vice permier libico sollevando la questione dell'embargo su Tripoli: "La Libia paga il prezzo di un embargo che non le permette di rafforzare i mezzi della Guardia costiera e proteggere i propri confini, per noi questo rappresenta un problema serio".

Ma il vicepremier di Tripoli, Ahmed Maitig va oltre e chiede in modo esplicito la revoca dell'embargo "per contrastare il traffico di esseri umani e controllare il nostro territorio, non riusciamo a garantire la sicurezza marittima

perché siamo vittima di questo embargo". E come riporta il Messaggero su questo fronte c'è anche l'impegno da parte della guardia costiera libica di porre fine agli affari degli scafisti anche con un intervento militare.

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