Vettorello celebra Julia Roberts con un piatto

Lo chef trevigiano da sedici anni gestisce la ristorazione della Terrazza Biennale alla Mostra del cinema di Venezia e quest’anno propone tra le altre cose “Eat, Love, Julia”, un bottone di rapa rossa con baccalà mantecato, crema di piselli e menta dedicato alla grande attrice americana che sarà alla rassegna con il film After the Hunt. Le creazioni di ogni anno sono raccolte nel menu “Che cinema!”

Vettorello celebra Julia Roberts con un piatto
00:00 00:00

Sedici anni di Mostra del Cinema e altrettanti menu. Per Tino Vettorello, cuoco trevigiano, il Lido è diventato un appuntamento fisso. Dal 2010 è lui a gestire la ristorazione ufficiale della kermesse, con la Terrazza Biennale che affaccia sul red carpet e il ristorante del Palazzo del Casinò. Quest’anno, dall’apertura del 27 agosto fino alla chiusura del 6 settembre, si ripete il copione: piatti stagionali, prodotti locali e un tocco di glamour importato dal tappeto rosso.

L’82ª edizione della Mostra non cambia la formula: accanto alle proiezioni scorrono cene di gala, cocktail e pranzi veloci che Vettorello e la sua brigata firmano per star, addetti ai lavori e invitati. Ogni anno lo chef confeziona anche un piatto-omaggio a un personaggio del cinema. Dopo George Clooney, Lady Gaga, Monica Bellucci e altri, il turno è di Julia Roberts, attesa al Lido con il film After the Hunt. L’ispirazione per il piatto arriva dal titolo che l’ha resa familiare al pubblico di mezzo mondo, Eat Pray Love. La traduzione gastronomica si chiama “Eat, Love, Julia”: un bottone di rapa rossa farcito di baccalà mantecato, servito con crema di piselli e menta, Morlacco del Grappa, peperone rosso ed erbe. L’ennesima variazione sul tema della cucina-ritratto che Vettorello propone a ogni edizione.

Non manca il pezzo “iconico” della stagione, pensato più per le carte stampa che per i clienti abituali: l’“Ostrica in Bolla”, già svelata al Vinitaly, che abbina molluschi del Delta del Po a salicornia, gel di limone, polvere di lampone e cristalli di Prosecco. Un piccolo esercizio di stile legato alla bottiglia ufficiale Conegliano Valdobbiadene DOCG della Biennale.

Tra le novità di quest’anno, anche lo “Spaghetto Felicità”, nome pubblicitario che cela un piatto di pasta d’avena con tre pomodori, bottarga, olio al basilico e cozze. Più concreti gli omaggi al territorio, come il granchio blu servito in gazpacho di anguria e datterini, o il Nasone del Cavallino, pomodoro autoctono proposto con burrata, acciughe e cipolla di Tropea. Il resto del menu segue la solita scansione: fritto di laguna, branzino con contorni stagionali, tre degustazioni a scelta – Gold, Silver e Premium.

Parallelamente, Vettorello raccoglie le creazioni ispirate alle star in un menu permanente, “Che Cinema!”, disponibile tutto l’anno nel suo ristorante di Farra di Soligo, esclusi però i giorni del festival quando cucine e camerieri si trasferiscono in blocco al Lido.

Il percorso professionale dello chef, classe 1963, non si limita a Venezia. Ha lavorato a Cannes, Berlino, alle Olimpiadi e persino all’America’s Cup. Oggi guida, oltre ai locali veneziani della Mostra, il Tino Gourmet a Villa Soligo, il Tino Jesolo e un’osteria a Klagenfurt, in Austria. Forbes lo ha inserito nel 2024 tra le “100 eccellenze italiane del food”, etichetta di cui il marketing gastronomico non può fare a meno.

Più che la cucina d’autore, a Venezia conta la capacità di servire

centinaia di coperti sotto la pressione del festival. In questo, dopo sedici anni, Vettorello è diventato una presenza costante, come le file al red carpet o le corse in vaporetto. Anche la cucina, al Lido, ha la sua routine.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica