Cronache

Le pistole, la fuga, le granate. Così ha agito il killer di Vicenza

Zlatan Vasiljevic ha ammazzato dapprima la fidanzata Gabriela Serrano e poi la ex moglie Lidija Milikovic. L'assassino ha lanciato anche due granate sulla A4 prima di suicidarsi

Le pistole, la fuga, le granate. Così ha agito il killer di Vicenza

È una mix esplosivo di violenza, sangue e follia la trama che sottende il duplice femminicidio avvenuto a Vicenza. A quanto emerge dalle ultime ricognizioni investigative, Zlatan Vasiljevic avrebbe dapprima ucciso la fidanzata Gabriela Serrano poi, col cadavere della donna nell'auto, si sarebbe diretto in via Vigolo, al quartiere Gogna, per freddare l'ex moglie con almeno sette colpi di pistola. La stessa arma, detenuta illegalmente, con cui si è suicidato dopo aver compiuto la terribile mattanza e tentato una strage (forse) lanciando due granate sulla tangenziale A4.

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Il primo delitto

Il killer aveva pianificato il duplice omicidio mettendo da conto anche l'eventuale fuga dopo la strage. Così, ieri mattina si è vestito di tutto punto: camicia bianca, giacca scura e scarpe laccate. Nel bagagliaio dell'auto aveva sistemato alcuni abiti di ricambio, documenti ed altri effetti personali. Prima di uscire di casa, poco dopo le 7.30 del mattino, ha telefonato alla fidanzata Gabriela, una 36enne venezuelana, con la quale aveva avuto una breve relazione. Pare, infatti, che il loro rapporto si fosse interrotto da qualche mese. Ciononostante la donna avrebbe deciso di raggiungerlo a Rubano, in provincia di Padova, dove avevano concordato l'appuntamento. Quando si sono incontrati la 36enne non avrebbe avuto il tempo di realizzare le intenzioni delittuose dell'ex: è stata freddata con un colpo di pistola alla nuca. Poi, col cadavere ancora tiepido riverso sul sedile posteriore della vettura, Vasiljevic si è diretto verso il quartiere Gogna di Vicenza.

L'omicidio dell'ex moglie

Il 42enne, già denunciato e condannato per maltrattamenti, ben conosceva le abitudini della ex moglie. Sapeva che mercoledì mattina Lidija sarebbe andata al lavoro in una di quelle villette dove, di tanto in tanto, disbrigava alcune faccende domestiche per arrotondare lo stipendio. E così, pressappoco alle ore 9, l'ha attesa all'angolo di via Vigolo armato di una calibro 22. Non appena la 42enne è scesa dalla propria vettura, Vasijevic ha aperto il fuoco infierendo contro la ex con almeno sette colpi di pistola. La donna è caduta esanime sull'asfalto. Poco dopo, un passante ha notato la lunga scia di sangue: "Ho percorso tutta la strada. - racconta un testimone al Corriere.it - Quando ho girato la curva, ho visto il corpo sull'asfalto. C'era sangue ovunque".

La fuga e poi il suicidio

Dopo aver messo a segno il duplice omicidio, il 42enne avrebbe tentato la fuga. Nel mentre, tra le campagne attorno a Vicenza, scattava una gigantesca caccia all'uomo con anche la mobilitazione di un elicottero della polizia. Vasiljevic avrebbe imboccato la tangenziale A4 muovendosi in direzione di Torri di Quartesolo. Poi si sarebbe fermato in una piazzola di sosta e da lì, per motivi che ancora non sono chiari, avrebbe la lanciato due granate. Tutto quello che è accaduto nei minuti successivi resta un mistero. Il killer è stato ritrovato senza vita, a metà pomeriggio, con accanto il cadavere della ex fidanzata.

Si è ucciso con un colpo di pistola alla gola dopo aver realizzato, forse, di non avere più scampo.

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