Cronache

Ponte Morandi, difesa Castellucci: "Crollò per vizio costruttivo"

L'avvocato dell'ex ad di Aspi: "Il ponte è crollato per un vizio costruttivo, ecco perché sono morte 43 persone". Il processo è stato rinviato al 12 settembre

Ponte Morandi, difesa Castellucci: "Crollò per vizio costruttivo"

Si è svolta questa mattina la prima udienza del processo per il crollo del ponte Morandi (Genova) che, il 14 agosto 2018, provocò 43 morti, feriti, sfollati e danni stimati per milioni di euro. Sul banco degli imputati 59 persone tra le quali ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea, che si occupava di manutenzioni e ispezioni, attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture. "Il ponte è crollato per un vizio costruttivo", ha dichiarato ai cronisti accalcati all'esterno del palazzo di Giustizia l'avvocato Guido Carlo Alleva che, assieme al collega Giovanni Accini, difende l'ex ad di Aspi Giovanni Castellucci.

Il crollo del ponte: "Vizio costruttivo"

Sebbene siano passati 4 anni dal crollo del ponte, la dinamica dell'evento e le eventuali responsabilità delle persone coinvolte restano ancora da accertare. "Oggi si inizia a parlare di fatti, finalmente fuori da un processo mediatico, falsato e distorto, che fin dall'inizio ha ignorato la ragione del crollo del ponte, individuata dai periti del giudice dell'udienza preliminare nel grave vizio di costruzione risalente agli anni sessanta, occulto e occultato, mai diagnosticato da nessun tecnico prima della tragedia" ha spiegato il legale dell'ingegner Giovanni Castellucci, Guido Carlo Alleva. "Questo basta, di per sé, a sollevare Castellucci, - ha continuato l'avvocato - che aveva un ruolo apicale in un gruppo globale, da ogni responsabilità. Perciò è importante che l'attenzione resti alta e lo svolgimento del processo accessibile". Aspi e Spea sono uscite dal processo patteggiando circa 30 milioni. "Speriamo di chiarire in contraddittorio - ha aggiunto Alleva prima di entrare a Palazzo di Giustizia - e speriamo questa volta in modo oggettivo. Se saranno, come noi siamo certi, rispettate le regole per le quali la colpevolezza deve essere accertata legalmente e fuori dalla favola, e quindi nel rispetto dei fatti, emergerà che il ponte è crollato per un vizio costruttivo. Questa è la ragione per la quale 43 persone sono morte in un modo spaventoso e assurdo. L' ingegnere Castellucci non ha nessuna responsabilità penale rispetto a quanto gli è stato contestato. Il rispetto per chi è morto in un modo tanto assurdo è di una compartecipazione totale. Faccio presente che anche l'innocente se venisse condannato diventerebbe a sua volta una vittima".

Il processo

Il processo ripartirà il 12 settembre. Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per l'accusa, buona parte degli imputati immaginava che il ponte sarebbe potuto crollare ma non attuò nessuna misura preventiva. Per la difesa, invece, le criticità sarebbero state di altro tipo (strutturali).Non abbiamo nessun interesse a negare giustizia - ha spiegato al termine dell'udienza odierna il procuratore Francesco Pinto - sarà il tribunale a valutare e non ci metteremo a questionare, ma è evidente che non sarà possibile arrivare a quantificare il danno per ciascun impresa, singola o associazione, ma al riconoscimento della sua esistenza rinviando le liquidazioni in sede civile.

Per questo, ispirandoci a una logica di ragionevole durata del processo, auspichiamo e chiederemo che i testimoni di queste parti siano ridotti all'osso se non addirittura azzerati e sostituiti da una prova documentale".

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