Ventotto anni d'attesa. Quasi un copione da teatro dell'assurdo, per Antonio Giacomo Agrello di Castelluccio Superiore in provincia di Potenza. Oggi 60enne, Agrello, nel 1989, vinse il concorso al Comune come idraulico e autista di scuolabus. Due mestieri distinti, ma l'allora trentenne, già con famiglia a carico, era felice dell'occupazione e soprattutto di quel posto fisso. Peccato, però, che Agrello non abbia mai iniziato a lavorare. E ora rischia di andare in pensione senza aver fatto un giorno alle dipendenze del Comune.
Dopo ventinove anni Antonio è ancora in attesa di assunzione da parte del Comune. A nulla sono servite le istanze e le ingiunzioni, soprattutto i processi seguiti per rivendicare quel diritto di cui ora dovrà decidere un nuovo procedimento dopo il rinvio da parte della Cassazione.
C'è il rischio che l'assunzione arrivi, per Antonio Agrello, proprio con la pensione. Una beffa. Perchè intanto l'uomo lavora da trent'anni autonomamente come idraulico. La Cassazione ha escluso, dopo decenni di carte bollate, la possibilità che Agrello ricorra al Tar per dirimere la controversia, cosa che invece aveva stabilito la Corte d'Appello.
Nuovo giudizio: come si legge su "La Gazzetta del Mezzogiorno" che ne ha dato notizia, secondo l'avvocato di Agrello, ottimisticamente: “Sarà sancito il diritto all’assunzione e si dovrà fare un’ulteriore causa per ottenere le retribuzioni arretrate, il versamento dei contributi e il lamentato (e comprensibile) danno.”Paradossi italiani di una storia che sembra uscita dalla penna di Pirandello.
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