Cronache

Pranzo da 23mila euro per la festa del figlio, ma poi il rom non paga

L'uomo di 46 di Pordenone, ma di origini sinti, è stato condannato ad un anno di reclusione

Pranzo da 23mila  euro per la festa del figlio, ma poi il rom non paga

Aveva promesso che il pagamento sarebbe stato effettuato dopo la raccolta del soldi con il "cestino tra gli invitati", ma al momento del pagamento della festa, il conto da 23mila euro, non è stato saldato.

I fatti sono successi a Pordenone il 22 maggio 2016, quando presso il ristorante "Al posta" di Casarsa, si è tenuta la festa di un bambino di 6 anni a cui hanno partecipato oltre un centinaio di invitati. Il padre del festeggiato, un 46enne della zona ma con origini sinti, aveva rassicurato il titolare del ristorante che il pagamento sarebbe stato effettuato al termine dei festeggiamenti, ma così non è stato. A quel punto il proprietario, data l'entità cospicua della somma dovuta, si è rivolto alle forze dell'ordine e dalla sua denuncia è iniziato un procedimento penale per insolvenza fraudolenta aggravata dalla rilevanza economica del conto e ieri, a oltre 3 anni dai fatti, si è chiuso il procedimento con la condanna ad un anno di reclusione per il 46enne.

All'imputato era stata contesta anche la recidiva mentre per la moglie, di 42 anni, i capi di accusa sono caduti per essere estranei, e dunque, non aver commesso il fatto.

Resta la questione del risarcimento dell'importo economico dovuto oltre a quello per i danni invitati alle tovaglie e ai muri. Il giudice monocratico Alberto Rossi ha riconosciuto alla parte civile, costituita con l’avvocato Claudia Grizzo, un risarcimento di 30mila euro. Dalla ricostruzione dei fatti, durante i festeggiamenti erano stati concordati nel menù solo pizza e stuzzichini, ma dopo poco le cose sono cambiate e gli invitati hanno iniziato ad ordinare piatti di pesce, prosciutto crudo e champagne, prendevano le bevande direttamente nei frigoriferi e ordinavano ai cuochi e non ai camerieri, facendo diventare ingestibile la lista degli ordini di sala e sforando di molto il budget che era stato stabilito.

Al momento del pagamento, però, il "cestino" del pagamento era stato rubato e il 46enne aveva detto al titolare che sarebbe tornato il giorno successivo per i soldi senza che ciò accadesse.

Inoltre l’uomo si è reso irreperibile anche telefonicamente sono stati inutili anche i solleciti di pagamento, tanto che la proprietà del ristorante ha dovuto procedere per vie legali sino al giudizio di ieri.

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