Politica

Preferire Donald è da nazisti. L'ultima fatwa di Gad Lerner

Quando la sinistra finisce le idee, di solito passa agli insulti. Il più quotato, negli ultimi anni, è senza ombra di dubbio "fascista".

Preferire Donald è da nazisti. L'ultima fatwa di Gad Lerner

Quando la sinistra finisce le idee, di solito passa agli insulti. Il più quotato, negli ultimi anni, è senza ombra di dubbio "fascista". Utilizzato in ogni forma e in ogni caso come una cerniera con la quale sigillare la bocca al proprio avversario che, ovviamente, fascista non è. Ma tanto basta per squalificarlo e metterlo ai margini della discussione politica e culturale del Paese.

Questa volta, tuttavia, dobbiamo registrare un sensibile balzo di qualità nell'attacco al nemico politico. Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato una lettera di Giorgia Meloni sugli scontri di Capitol Hill e il ruolo del presidente Usa. Titolo: «Condanno la violenza, ma a Biden preferisco sempre Trump». Una considerazione politica della leader di Fratelli d'Italia, ovviamente opinabile ma più che legittima. Non per tutti, evidentemente. Nella fattispecie per Gad Lerner, che su Twitter si lancia in un delirio spericolato e senza senso, tirando in ballo pure il Terzo Reich: «Per difendere il suo presidente ideale dall'accusa di golpismo, Giorgia Meloni usa questo argomento: e se dovesse rivincere le prossime elezioni lo chiamereste dittatore? Del resto chi meglio di lei lo sa, pure Hitler nel 1933 vinse le elezioni».

Il tweet inizia a rimbalzare sui vari social e scoppia un caso. Al netto di tutti gli errori - a partire da quelli clamorosi degli ultimi giorni - paragonare Donald Trump ad Adolf Hitler è un'aberrazione e un'offesa alla storia. E poi il peggio: la subdola accusa che la Meloni, essendo a capo di un movimento di destra, sia una specie di nazista adoratrice di Hitler con il Mein Kampf sul comodino. Che sarebbe un po' come dire che Lerner è un estimatore di Stalin in virtù della sua militanza giovanile in Lotta Continua.

«Chi meglio di lei lo sa, pure Hitler nel 1933 vinse le elezioni», insinua. Beh, non è esattamente un segreto, lo sanno tutti quelli che hanno fatto la scuola dell'obbligo e sanno anche che nessuno ha mai pensato di abolire le elezioni e mettere in soffitta la democrazia, nonostante la tragedia nazista. Pensiero che - se fossimo sospettosi come lui - potremmo immaginare trovi ospitalità dalle parti di Lerner. Infatti la colpa della presidente di FdI è aver detto queste parole: «La domanda che faccio a tutti i politici italiani che oggi dipingono Trump come un mostro è: se tra quattro anni si dovesse per caso ricandidare, e dovesse vincere le elezioni, quali saranno le vostre contromisure? Chiederete all'Onu che gli Usa siano dichiarati Stato canaglia? Porterete l'Italia fuori dalla Nato per non condividere le scelte con un tale, impresentabile, figuro?». Tutto qui. Siete sobbalzati sulle sedie leggendo tali sconvolgenti dichiarazioni? Avete iniziato a inchiodare le assi di legno a porte e finestre per impedire l'ingresso alle truppe naziste? Immaginiamo di no, perché la Meloni non ha detto nulla di sconvolgente: ha solo posto un quesito e, nel lungo intervento, ha parlato piuttosto tiepidamente di Trump, senza mai definirlo «il suo presidente ideale». Ha semplicemente osato dire che, per quanto riguarda la politica economica ed estera, lo preferisce al trio Obama-Clinton-Biden. Sarebbe stata una notizia se avesse detto il contrario.

Ma, siccome bisogna sempre sparare sulla destra, è più comodo buttare tutto in caciara, tirare in mezzo le dittature, scatenare gli sciacalli della Rete e fare di tutta l'erba un fascio.

Fascio che - tranquillizziamo subito Lerner - non è assolutamente littorio.

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