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Come essere liberi ai tempi del dpcm

Questa è una stagione di grandi incertezze. I punti di riferimento stanno saltando e in ballo ci sono i confini dei diritti, delle libertà individuali, della democrazia, del ruolo degli Stati e dei grandi oligopoli della rete

Come essere liberi ai tempi del dpcm

Questa è una stagione di grandi incertezze. I punti di riferimento stanno saltando e in ballo ci sono i confini dei diritti, delle libertà individuali, della democrazia, del ruolo degli Stati e dei grandi oligopoli della rete.

Tutto questo mentre una pandemia ridisegna i destini del mondo. Giancarlo Coraggio, presidente della Corte Costituzionale, tocca i nervi scoperti della liberal-democrazia, quelli che segneranno il nostro futuro.

Il diritto alla salute

«La salute può avere limiti? Mi piacerebbe rispondere: no, la salute non ha limiti. Ma farei un'affermazione sbagliata. In tutti i Paesi, compresa l'Italia, il diritto alla salute si deve confrontare con gli altri diritti fondamentali. Non esistono diritti tiranni, diritti che prevalgono incondizionatamente sugli altri. Si pone sempre il problema di trovare una proporzione ragionevole e proporzionata tra i vari diritti in gioco. Con una precisazione importante: c'è un livello minimo di assistenza che è inderogabile.

Il vaccino obbligatorio

«In linea di principio la nostra Costituzione, articolo 32, prevede la possibilità di trattamento obbligatorio, ma è una scelta che incide sulla libertà individuale. È una scelta politica, che non può prescindere dai dati epidemiologici, dall'efficacia e dalla mancanza di rischi del vaccino. Il Pubblico deve garantire che il vaccino non faccia male. Se dovesse invece accadere che, per qualsiasi ragione, si verifichino danni a chi accetta di fare il vaccino c'è la responsabilità dello Stato. Responsabilità che si traduce nel dovere di risarcire il danno subito. Non soltanto per i vaccini obbligatori, ma anche per quelli fortemente consigliati».

Coprifuoco e libertà di circolazione

«Qui ci troviamo di fronte a un classico conflitto tra due diritti, tutti e due fondamentali. È necessario che questa limitazione alla libertà di circolazione, pesante e di cui tutti abbiamo sofferto, non derivi da motivi di salute marginali».

Diritto allo studio

«Non sempre la chiusura delle scuole per giorni o settimane di per sé comporta una lesione del diritto allo studio. Ben diverso se questa chiusura dovesse prolungarsi fino al punto di perdere un intero anno scolastico o accademico. Allora ci sarebbe una lesione grave di un diritto fondamentale. Bisogna fare di tutto per garantire l'apertura. C'è stata qualche giorno fa una lettera, scritta benissimo, di una ragazza sedicenne al Corriere della Sera. La ragazza si chiama Gloria e scrive: la scuola fa di tutto per garantirmi la distanza, ma per andare a scuola devo usare un mezzo di trasporto affollato. Il problema dei trasporti è stato il collo di bottiglia di fronte al quale si sono trovate le istituzioni e che non sempre, purtroppo, sono riuscite a gestire adeguatamente».

Libertà di impresa

«Chiudere è una grave e forte limitazione. Che diritto dobbiamo riconoscere a coloro che la subiscono? Il ristoro previsto dal legislatore si può ritenere adeguato? L'alternativa non poteva essere il risarcimento del danno o quantomeno un'indennità? La Costituzione ci dice che una limitazione legata alla tutela della sicurezza è possibile. Esistono le condizioni nel nostro caso? Qui mi fermo, perché è probabile che questi quesiti saranno presentati alla Corte Costituzionale».

Libertà e Dpcm

«Può il governo limitare la nostra libertà con un Dpcm? Questa è una domanda che si pongono tutti i cittadini italiani. Ma è stata già posta alla Corte Costituzionale. C'è un ricorso dello Stato contro una legge della Regione Val d'Aosta, che ha disciplinato in modo diverso aperture e chiusure dei negozi, e poi c'è un conflitto di attribuzioni sollevato da alcuni parlamentari. Non è il caso di parlarne adesso».

La democrazia americana

«È un evento di una gravità inaudita, soprattutto per il comportamento del Presidente uscente, che ha ferito la sensibilità di chi crede nella democrazia. Attenzione, però, a non mettere in discussione una democrazia che ha due secoli e mezzo di storia alle sue spalle, una democrazia che fino ad ora ha avuto l'ammirazione di tutto il mondo e che ora noi europei stiamo criticando con il sopracciglio alzato, dimenticando che nella nostra storia abbiamo avuto il fascismo, il nazismo, il comunismo, il franchismo, e anche i francesi hanno avuto la loro Vichy. La democrazia americana tutto sommato ha reagito bene. C'erano gli anticorpi, quelli che si chiamano checks and balances. La maggioranza non può fare quello che vuole, ci sono dei limiti dettati dallo stato di diritto».

Trump e la censura di Twitter

«Non può essere la censure la difesa della democrazia. Qui siamo davanti all'abc della democrazia. In questa vicenda vedo oltretutto molti problemi. Trovo intollerabile che in una situazione di monopolio planetario un soggetto privato possa intervenire per censurare e giudicare. Il paragone con i giornali non regge. Serve un autorità pubblica? Non c'è dubbio».

Elezioni e pandemia

«Si può andare al voto anticipato in un momento di emergenza? Tecnicamente sì.

Di fatto ci sarebbero non pochi problemi di tutela della salute, ma dal punto di vista costituzionale non vedo alcun impedimento».

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