Coronavirus

La previsione allarmista di Ricciardi: "40000 morti a febbraio"

Se la curva non scende e se non si arresta la catena dei contagi, per Walter Ricciardi a febbraio l'Italia rischia altri 40mila morti

La previsione allarmista di Ricciardi: "40000 morti a febbraio"

Walter Ricciardi è stato ospite di Buongiorno, su Sky TG24 e ha affrontato i temi di più stretta attualità collegati all'epidemia di coronavirus: il vaccino e la variante inglese. I due temi sono per altri strettamente correlati, perché gli esperti in questo momento devono stabilire se il vaccino approvato ieri dall'Ema e dalla Commissione Ue sia o meno efficace. Al momento si tende a escludere un'ipotesi diversa ma saranno necessari studi più approfonditi per una maggiore sicurezza. Il consulente del ministro della Salute ha provato a fare il punto della situazione attuale, proiettando gli scenari nel prossimo futuro per cercare di fare un quadro previsionario della terza ondata.

"Se limitiamo la mobilità, stiamo a casa e riprendiamo il tracciamento questa curva la conteniamo. Se continua di questo passo avremo 40mila morti a febbraio", ha detto Walter Ricciardi a Buongiorno, su Sky TG24. Numeri che fanno paura e che sono probabilmente portati all'estremo dal consulente di Roberto Speranza. Di fatto per raggiungere questo dato dovrebbero esserci Lo scenario prospettato da Walter Ricciardi è quello peggiore per la terza ondata, che si genera con una seconda ondata non ancora esaurita e quindi a partire da un plateau molto alto. Il consulente non esclude che l'aumento dei casi che ha fatto esplodere la seconda ondata, quando furono istituite le zone in Italia, sia legato proprio alla variante inglese: "È possibile, però non lo sappiamo ancora, perchè dobbiamo accertare se effettivamente è stato così. È molto probabile che da Londra, dal sud dell'Inghilterra questa variante si sia già diffusa in Europa e probabilmente non solo in Europa".

Nel Regno Unito si effettuano in proporzione più sequenziamenti che in ogni altro Paese e "si sono resi conto che questa variante era un pò più contagiosa rispetto all'altra. Hanno dato l'avvertimento al mondo un pò troppo tardi, perchè se avessimo avuto la possibilità di saperlo prima probabilmente saremmo stati più all'erta". La variante, che è una delle tante, potrebbe complicare il percorso di uscita dall'epidemia ma non sembra destinata a comprometterlo, anche ci vorrà del tempo. "Non c'è da illudersi che finisca presto, ma la cosa importante è che finirà, se ci comportiamo responsabilmente limitando la nostra mobilità e adottando dei comportamenti saggi. Non è pensabile che avvenga in una settimana o dieci giorni, ci vorrà un tempo prolungato, non so dire se uno o due mesi, ma il tempo sarà prolungato", ha avvisato Walter Ricciardi. La mutazione del virus non sembra che al momento abbia alterato la funzionalità del vaccino "dobbiamo continuare a monitorare, ma il monito e l'incoraggiamento è accelerare la vaccinazione, per proteggere più persone e nel modo più rapido possibile".

In Italia, come nel resto del mondo, la curva epidemica ha subito una crescita molto importante e servirà del tempo prima che questa torni a un livello controllabile che consenta il tracciamento ed è proprio su questo punto che Ricciardi ammette gli errori dell'Italia: "Non ha funzionato, non ci siamo preparati adeguatamente nelle comunità a tracciare. Non abbiamo rafforzato quella macchina di diagnostica e tracciamento che ha consentito a Paesi come l'Australia e la Nuova Zelanda di celebrare il Natale normalmente". La maggiore contagiosità della variante ha permesso al virus di correre con ancora più rapidità, infettando un numero elevatissimo di persone in Europa. Da qui nasce la preoccupazione di Walter Ricciardi per una terza ondata con un numero spaventoso di morti. E se qualcuno fosse ancora convinto che ne usciremo presto, Walter Ricciardi smorza gli enrusiasmi: "Saremo fuori ad anno inoltrato.

Pian piano le dosi di vaccino arriveranno, prima si vaccinerà il personale sanitario, poi i pazienti delle Rsa, i pazienti ultraottantenni, i pazienti anziani al di sotto degli ottant'anni, poi tutta la popolazione".

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