Il programma per la sicurezza? A Roma lo fanno i cittadini

Un piano in otto punti sottoposto ai candidati e stilato insieme con esperti di sicurezza e poliziotti

Il programma per la sicurezza? A Roma lo fanno i cittadini

A Roma il tema della sicurezza sembra svanito dal dibattito elettorale. Non che la città sia più sicura di prima. A parte la minaccia del terrorismo, latente ma non certo inesistente, fatti di cronaca come la tragedia della ragazza bruciata in strada dall'ex fidanzato geloso ricordano la necessità di una collaborazione da parte dei cittadini per garantire la legalità, in una città che ne avrebbe tanto bisogno.

Ed è proprio un'iniziativa nata dal basso, da un'alleanza tra cittadini comuni, poliziotti ed esperti di sicurezza, a tentare di non far dimenticare il tema ai candidati a sindaco che si sfidano al ballottaggio.

Prima con l’idea di accorciare le distanze tra le istituzioni e la società civile dando vita a un’Accademia civile di sicurezza pubblica, poi la realizzazione di un Piano di sicurezza per Roma capitale. «Un piano in otto punti a costo zero attuato attraverso un percorso di formazione/informazione realizzato in assemblee pubbliche», spiega uno dei promotori, il vicequestore aggiunto della polizia di Stato Filippo Bertolami. Con l’Accademia sono anche i cittadini, attraverso incontri e confronti con professionisti dei vari campi e realtà associative a definire le esigenze prioritarie e a proporre soluzioni e progetti da presentare ai politici in corsa per le amministrative.

Pronto per i candidati sindaci c’è un piano che prevede diversi punti, presentato ieri presso l’Associazione stampa romana. Si va dalla videosorveglianza negli asili nido e nelle case di cura per anziani, per scongiurare i purtroppo ricorrenti casi di cronaca, all’individuazione di un garante-responsabile per accompagnare in sicurezza i giovani in locali e discoteche.

Il piano prevede poi percorsi civici di legalità nelle scuole a presidi di sicurezza pubblica, 24 ore su 24, integrati nelle zone più a rischio come quelle della movida e nelle periferie.

C’è inoltre la proposta di istituire presso ogni municipio una Consulta civica per la sicurezza personale per ascoltare e confrontarsi con i cittadini sulle più rilevanti forme di violenza e relative forme di autotutela, per prevenire aggressioni e truffe nei confronti dei soggetti socialmente indifesi. Attraverso una banca dati «preventiva», contenente foto e descrizioni di beni e valori da scaricare in tempo reale in caso di furto o rapina, si pensa infine di scoraggiare ladri e ricettatori.

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