Con l'introduzione del bonus mobili nel 2013, governo e Parlamento hanno raccolto l'invito delle imprese a sostenere i consumi interni per far ripartire il sistema economico.
Tale misura, che prevede la possibilità di detrarre il 50% dell'acquisto di arredo per una spesa massima di 10mila euro a fronte di un intervento di ristrutturazione «ha dimostrato di essere una misura fiscale in grado di favorire la lotta alla disoccupazione, di sostenere un settore cruciale del made in italy , garantendo allo stato un consistente e immediato gettito Iva», spiega Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo. La conferma dell'efficacia dello strumento si evince dalle stime elaborate dal Centro studella federazione, secondo le quali entro la fine del 2014 saranno almeno 10mila i dipendenti della filiera legno-arredo che avranno conservato il proprio posto di lavoro esclusivamente grazie al bonus mobili .
Allo stesso tempo, le vendite generate dall'incentivo porteranno a una spesa complessiva di 1,9 miliardi di euro, generando un gettito di Iva aggiuntivo di 360 milioni di euro.
Già lo scorso dicembre, in occasione della conferenza stampa di fine anno, la federazione delle industrie del legno-arredo aveva messo in evidenza gli effetti positivi di tale provvedimento, richiesto dalla federazione e da tutti i più importanti attori della filiera: i sindacati di categoria (Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil) e le rappresentanze della distribuzione Angaisa e Federmobili. Oggi, grazie ai dati relativi alle dichiarazioni dei redditi 730 dei Caf Cisl, Cgil, Uil, unitamente al Caf «50&più», con cui le federazioni hanno sottoscritto un accordo nel dicembre 2013, le previsioni avanzate trovano piena conferma.
«L'introduzione nel 2013 del bonus mobili - sottolinea Snaidero - ha rappresentato un toccasana per il legno arredo, che con i suoi 430mila addetti è una delle filiere più importanti in Italia. Per questo siamo grati al governo di averci creduto. A fine anno saranno almeno 375mila i contribuenti che avranno utilizzato la detrazione tra 2013 e 2014. A mio avviso si tratta di un risultato davvero straordinario, con effetti positivi sull'occupazione del settore, consentendo in tal modo un risparmio sulla cassa integrazione quantificabile in circa 40 milioni di euro. Di fronte a questi numeri, estendere la misura anche al 2015 è assolutamente vitale».
«Nel 2013, attraverso i Caf Cisl, Cgil, Uil e il Caf 50&più - sottolineano i rappresentanti dei sindacati di categoria Valeriano Delicio (Feneal Uil), Paolo Acciai (Filca Cisl) e Marinella Meschieri (Fillea Cgil) - i contribuenti italiani hanno utilizzato in gran numero l'incentivo fiscale nelle dichiarazioni dei redditi. È un dato molto positivo che dimostra come il bonus mobili abbia rappresentato un fattore di reale sostegno per le famiglie e per i lavoratori in generale».
«I risultati dell'incentivo legato alla ristrutturazione della casa sono sotto gli occhi di tutti e se queste misure non dovessero essere prorogate per il 2015 sarebbe sicuramente un'occasione persa - è il pensiero di Mauro Mamoli, presidente di Federmobili, la federazione dei negozi di mobili e arredamento che fa capo a Confcommercio imprese per l'italia - oltre che benefici diretti sul nostro settore, tale proroga avrebbe ripercussioni benefiche sull'indotto che l'industria e il commercio del mobile e dell'elettrodomestico attivano con le loro transazioni».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Mauro Odorisio, presidente di Angaisa, l'associazione nazionale dei distributori idrotermosanitari.
Dice Odorisio: «A fronte di uno scenario congiunturale ancora recessivo è fondamentale dare continuità al bonus mobili . oltre alla volontà politica, devono essere individuate le coperture necessarie per prorogare il pacchetto completo della detrazione fiscale 50%. Possibilmente senza modificarne le modalità applicative, per evitare di disorientare i consumatori e limitare l'efficacia delle agevolazioni».
Il messaggio è chiaro è forte.
A buon intenditor... Che sia il caso che il governo, in tutt'altre faccende affaccendato, riprenda in esame questo appello? Ne gioverebbe un intero settore, ma anche quella ripresa dei consumi che comunque tarda ad arrivare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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