Coronavirus

Quanto ha perso una società di ricevimenti per il Covid

Non solo matrimoni: anche comunioni, battesimi, diciottesimi compleanni cancellati dalla pandemia

Quanto ha perso una società di ricevimenti per il Covid

“Ironia della sorte, il 2020 doveva essere il nostro anno migliore, quello del boom. E chi se l’aspettava?”. Mario Gennaro Bianchi Esposito è vigile, ma preoccupato. La sua ditta individuale “Giorno felice” è stata nel 2016 la realizzazione di un sogno. Ci racconta: “Io e mia moglie non siamo più giovanissimi, ma l’entusiasmo è molto. Ci siamo messi in questo ramo degli eventi perché ci sembrava una buona idea”. Si sa, nessuna idea è gratis quando viene portata in pratica. E la trasformazione di un sogno sta in un vecchio casolare di campagna in buono stato che ristrutturato diventa una struttura per ricevimenti. “Ho acceso un mutuo a 25 anni a tasso fisso per comprare questa proprietà: 6.000 metri quadrati al coperto e 9.000 di terreno. Ci avevano detto che in questo settore conta molto farsi un nome e avevamo messo in conto di iniziare a vedere i primi margini di guadagno dopo 4-5 anni. Infatti ora dovevamo iniziare a vedere i primi frutti del nostro lavoro…”. Ma andiamo con ordine.

I bei tempi pre-Covid

Per la “Giorno felice” il 2019 è un anno buono. Circa 43 eventi a 1.000/1.500 euro l’uno fruttano ricavi per circa 45.000 euro. Per eventi intendiamo comunioni, cresime, battesimi, 18 anni e, ovviamente, matrimoni. La “Giorno felice” si avvale di una 20 di lavoratori a partita IVA, quindi senza rapporto di lavoro subordinato, e lavora molto con le feste di compleanno di chi diventa maggiorenne, che da qualche anno costituiscono un florido mercato soprattutto in alcune zone d’Italia. Ricorda Bianchi Esposito: “Per il 2020 avevamo 70 prenotazioni da maggio a fine ottobre. Avevamo ricevuto caparre tra il 30 e il 50% del valore del singolo evento; in seguito ho dovuto restituirle tutte ovviamente, oltre 20mila euro. I matrimoni sono stati rimandati, le comunioni, i battesimi, le cresime si sono tenute nella cerimonia religiosa ma senza festeggiamenti. E poi l’una tantum del 18° compleanno; chi lo festeggiava in quel periodo non poteva certo organizzare un ricevimento”.


Inizia il calvario

Il 20 febbraio 2020 inizia per l’Italia la vicenda coronavirus con il “paziente numero 1” di Codogno. Tutti gli eventi e le feste con decine di persone diventano assembramenti illegali. Per un’azienda che organizza ricevimenti il periodo gennaio-aprile non è particolarmente attivo. Chiarisce il titolare della “Giorno felice”: “Una società come la mia lavora dagli inizi di maggio a fine ottobre. Per cui il primo lockdown non ci ha colpito subito. Il punto è che per organizzare le prenotazioni di maggio si parte almeno un mese prima”. Invece il telefono di Bianchi Esposito resta muto. E se qualche squillo c’è, dall’altra parte del capo una voce chiede di disdire un evento già prenotato. “Siamo riusciti- dice il titolare- a organizzare qualche comunione, qualche diciottesimo compleanno, ma nulla più. L’incertezza ha paralizzato le prenotazioni, la gente non si fidava a fissare un evento”. E poi ci sono stati i costi per lavorare in tempi di coronavirus: “Abbiamo ovviamente dovuto comprare gli igienizzanti, 30 euro per 5 litri di igienizzante per le mani, la colonnina di disinfettante era arrivata a costare 100 euro, abbiamo distanziato i tavoli, abbiamo comprato il plexiglas a 42 euro al metro quadrato e ce ne sono serviti 5-6 metri quadrati per tutti gli ambienti da separare, tipo la piattaforma buffet dalla sala pranzo”. E questi sono costi contingenti, legati all’emergenza sanitaria.

Poi ci sono i costi fissi. Quali sono per la gestione della società di ricevimenti “Giorno felice”? Luce, 9.000 euro all’anno. Lavorazioni di terzi (esempio arredo e allestimenti con fiori, tovaglie) 500 euro. Manutenzione e riparazioni 1.000 euro per tutto il 2019. Furgone frigo, 2.000 euro all’anno. Telefono internet e cellulari, 980 euro all’anno. Acqua, 600 euro all’anno. Tassa rifiuti, 15.000 all’anno (fa fede la superficie dell’immobile). Indumenti da lavoro, 300 euro all’anno. Tovaglie, 1.600 euro per un corredo nuovo da cambiare ogni 2 anni. Lavanderia, 800 euro all’anno. Personale, 3.000 euro a evento. E poi il mutuo da 900 euro al mese. Nel 2019 ci sono stati oltre 30.000 euro di costi. Poi le questioni logistiche legate all’evento. Le elenca preciso Bianchi Esposito: “Quando c’è il ristorante a pieno regime durante un evento devi avere un frigo per il pesce, uno per la carne, uno per i formaggi; ci sono regole molto rigide dell’ASL per evitare contaminazioni tra gli alimenti. Poi l’abbattitore di temperatura. Poi le celle frigo per le verdure, acquistate a cassetta, oppure per le preparazioni che si fanno il giorno prima”. Ottobre 2020, la stagione lavorativa di Bianchi Esposito e della moglie finisce, ma l’Italia entra nella seconda ondata del coronavirus. Ricorda l’eroico titolare: “Il telefono non ha più squillato. Nemmeno una prenotazione. Niente.

Poi come la gente sentiva al tg gli allarmi per una terza imminente ondata si scoraggiava ulteriormente”. Il tremendo 2020 si chiude per la “Giorno felice” con una decina di eventi all’attivo, con ricavi inferiori a 30.000 euro e costi da sostenere per 26.000 euro. Le perdite in un solo anno, tra il 2019 e il 2020, ammontano a circa 15.000 euro. Ma quelle potenziali causate dagli eventi già prenotati e poi disdetti per causa di forza maggiore ammontano a quasi 70.000 euro. E i ristori? Risponde il titolare: “Sono arrivati 2.000 euro tra maggio e giugno 2020. Poi dovrebbero arrivare altri 1.000 euro di Draghi, ma sono ancora in attesa perché il commercialista sta vedendo le carte per presentare la domanda relativa”. Ricordiamo che un’attività di questo genere ad andar bene lavora da maggio a ottobre, cioè 6 mesi all’anno. Ma il cahier de doleances non finisce qui: “Lo sbaglio più grande è stato di far pagare le bollette a chi era chiuso a prescindere dal consumo reale. Su una bolletta elettrica di 700 euro a bimestre ho 150 euro di consumo reale. Poi Equitalia ha sospeso i pagamenti fino al 30 giugno 2021. Ma se io sono sotto di 15.000 euro, secondo te al 30 giugno posso pagare le cartelle esattoriali? E ancora, i prestiti bancari del 2020 erano comunque gravati da interessi, io ero chiuso, mi sarei messo sulle spalle altri debiti; non li ho presi!”.

Sarà un caso, ma appena il governo ha ventilato le prime irreversibili riaperture il telefonino di Bianchi Esposito ha ripreso a squillare. La gente vuol tornare a festeggiare con parenti e amici matrimoni, battesimi, comunioni, diciottesimi; vuole tornare a stare insieme. Per la “Giorno felice” il 2020 è stato un anno orribile: 15.000 euro di perdite, 2.000 euro di ristori, ma perdite potenziali tra 60.000 e 70.000 euro. Il nostro Bianchi Esposito dovrà faticare per ricominciare, ma è ottimista, nonostante tutto. Nel 2019 in Italia solo i matrimoni hanno fatto registrare un giro d’affari superiore ai 5 miliardi di euro con 3.615 imprese attive nel settore. Secondo i dati Istat del 2016 in Italia si sono tenuti circa 203.260 cerimonie nuziali.

Tutto il settore occupa oltre 1 milione di persone.

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