Guerra in Ucraina

Quei 21 bimbi surrogati nati nel bunker

Quei 21 bimbi surrogati nati nel bunker

Il ventre molle dell'Europa è anche quello fertile. Nell'Ucraina in macerie sono nati da madri surrogate 21 bambini «occidentali». Le partorienti ucraine muoiono a Mariupol, chi nasce con la camicia firmata BioTexCom a Kiev è lì che piange (quasi) al sicuro nel bunker di cemento dell'omonimo Center for Human Reproduction, a 14 km da Irpin. Ieri è entrato anche il piccolo Laurence. Ha il dna dei suoi genitori canadesi. La breeder, letteralmente animale da riproduzione, l'ha consegnato piangendo alla reception. «Sarà prigioniero di guerra per colpa di un contratto», dice Simona Baldassarre, medico ed eurodeputato della Lega.

Chissà per quanto. E se chi ha comprato Laurence a suon di dollari lo trovasse fallato potrebbe pure lasciarlo nel bunker. Come Bridget, disabile di pochi anni per un ritardo intellettivo e motorio dovuto alla guerra del 2014, confinata in un orfanotrofio di Donesk a dispetto dei suoi amorevoli «genitori» che volevano abbatterla. Eccola «la razza dei surrogati umani», simbolo del capitalismo moderno «per vecchie gualcite e ricche signore infeconde che desiderano prole per l'eredità dei sudati risparmi maritali», come profetizzò Antonio Gramsci sull'Avanti il 6 giugno 1918, quando la scienza ipotizzò l'innesto delle ovaie.

E in Italia? Ci sono due proposte firmate Giorgia Meloni e Mara Carfagna che chiedono di modificare l'articolo 12 della legge 40 per punire «chiunque organizza, pubblicizza, compra o vende gameti e embrioni», anche se il reato è commesso all'estero. Radicali e sinistra vogliono una legge sulla «gestazione per altri solidale e altruistica» costruita sulle macerie delle norme sulla fecondazione assistita, fatta a pezzi da una giurisprudenza creativa che ha già legittimato la doppia omogenitorialità. Mauro Paladini, che insegna Diritto privato a Milano Bicocca, ai parlamentari della commissione Giustizia conferma: non c'è alcun diritto «alla genitorialità come espressione dell'integrità psicofisica» né del «diritto alla discendenza biologica e affettiva». La Cassazione il 21 gennaio scorso ha rimesso il vuoto normativo alle Sezioni unite della Corte costituzionale. A Milano a maggio aprirà i battenti il supermarket dei bimbi su ordinazione Un sogno chiamato bebè. Ma è nel bunker di Irpin che si combatte l'ultima battaglia.

Sul corpo delle donne.

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