Cronache

"Quelle immagini dello stupro" L'ultimo orrore sulle ragazze finite nelle grinfie di Genovese

Le foto della 23enne stuprata ai festini sarebbero state proposte al giornalista Massimo Giletti. Intanto Genovese, interrogato dai pm, ha ribadito che le ragazze "erano consenzienti"

"Quelle immagini dello stupro" L'ultimo orrore sulle ragazze finite nelle grinfie di Genovese

Non c'è limite all'orrore nella intricatissima vicenda che coinvolge Alberto Genovese, l'imprenditore napoletano accusato di stupro nei confronti di alcune giovani ragazze. Il giornalista Massimo Giletti ha rivelato ai microfoni di No Stop News, programma radiofonico in onda sulle frequenze di Rtl 102.5, di essere stato contatto per trattare la compravendita "delle immagini dello stupro" avvenuto ai danni della modella milanese durante uno dei festini nella "Terrazza sentimento".

"Volevano venderci le immagini dello stupro"

"Ci siamo recati presso un ufficio di un commissariato di Roma e abbiamo fatto una denuncia perché qualcuno ha tentato di venderci le immagini dello stupro della giovane modella milanese stuprata da Alberto Genovese". A dirlo è il conduttore di Non è l'Arena, Massimo Giletti, che da settimane si sta occupando del "caso Genovese" nel corso del suo programma televisivo. Stando a quanto afferma Giletti "qualcuno" avrebbe povato a vendergli le foto della modella milanese abusata dall'imprenditore digitale. "Noi ovviamente non abbiamo fatto nessuna trattativa, - chiarisce il volto televisivo di LA7 - ma io ho deciso in autonomia di andare a denunciare per capire chi si nasconde dietro a questa cosa che io trovo ignobile e indegna, di dire che la ragazza era consenziente, stanno succedendo cose anomale al limite della giustizia".

Genovese interrogato dai pm: "Ragazze erano consenzienti"

Intano, dal carcere di San Vittore in cui è recluso dallo scorso 6 novembre, Alberto Genovese continua a professarsi innocente. A suo dire, le partecipanti ai party nel mega-attico di piazza Beltrade sarebbero state tutte "consenzienti". Lo stesso si dica anche per il caso della 23enne che sarebbe stata coinvolta in un violento ménage à trois a Villa Lolita, la residenza estiva dell'imprenditore sull'isola di Ibiza. Interrogato nella giornata di lunedì 1 marzo dal gip Tommaso Perna, dal pm Rosaria Stagnaro e dai legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari, Genovese ha sostenuto che la ragazza sarebbe stata compiacente al rapporto sessuale. Anzi, a suo dire, il lividi al corpo della giovane erano "dovuti al fatto che la ragazza era talmente 'fatta' che lui e la fidanzata avevano dovuto tenerla ferma perché si dimenava, ma non per abusare di lei", riferisce Il Messaggero.

La droga faceva parte del "sistema delle feste"

Un altro non trascurabile dettaglio emerso nell'interrogatorio di stamattina riguarda la disponibilità della droga ai festini. L'imprenditore avrebbe rivelato ai pm che si riforniva da due persone del "sistema delle feste". Stando a quanto si apprende dal quotidiano romano, Genovese avrebbe fornito anche i nomi dei pusher "capaci farti arrivare cocaina e altro ovunque tu sia in qualsiasi parte del mondo" ma la loro identità non è stata rivelata. Nell'attesa che le indagini giungano a un punto di svolta, lo startupper avrebbe chiesto tramite i suoi legali di essere trasferito ai domiciliari in una clinica di recupero per tossicodipendenti. L'istanza, però, è stata bocciata in tronco dal Gip.

Degli altri capi di imputazione, per i quali i pm hanno chiesto l'arresto ma il gip l'ha negato, Genovese, a domanda specifica, non ha voluto parlare perché ha ritenuto soddisfacenti le valutazioni del giudice.

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