Guerra in Ucraina

Petrocelli si imbullona alla poltrona. "Non mollo, rappresento gli italiani"

Vito Petrocelli a Le iene ha ribadito la sua intenzione di non rassegnare le dimissioni dalla presidenza della Commissione affari esteri

Petrocelli si imbullona alla poltrona. "Non mollo, rappresento gli italiani"

Le iene hanno raggiunto Vito Petrocelli, presidente della Commissione affari esteri che negli ultimi giorni è al centro di polemiche molto accese per le sue posizioni filo-russe. Nel Movimento 5 stelle è in atto la procedura per espellerlo per aver scritto sul suo profilo Twitter, alla vigilia del 25 Aprile: “Per domani buona festa della LiberaZione”. Quella zeta maiuscola all’interno della parola liberazione, che ricorda a tutti quella impressa sui carri armati dell’esercito russo e diventata un simbolo dell'occupazione ucraina ha spinto Giuseppe Conte a proporne l'allontanamento. "Il suo ultimo tweet è semplicemente vergognoso. Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 Stelle", ha scritto il leader del Movimento 5 stelle in modo perentorio.

Tuttavia, davanti alla richiesta di dimissioni dal suo ruolo in Commissione da parte di tutti i leader politici, e non solo, Vito Petrocelli non sembra intenzionato a lasciare. "Io rimango presidente perché credo di dover rappresentare un pezzo di Paese, che nel Parlamento italiano non è rappresentato. Perché non devo rimanere alla presidenza della Commissione esteri se rappresento il pensiero sul tema specifico di buona parte degli italiani?", ha detto il presidente ai microfoni de Le iene.

"Io ho sempre festeggiato il 25 aprile come la festa della Liberazione, e ho deciso di scrivere un tweet per lanciare una provocazione", ha detto Petrocelli intervistato da Monteleone, al quale ha ribadito la sua contrarietà alla strategia in materia di politica estera del governo di Mario Draghi: "Il momento è difficile. C'è un governo che sta portando il Paese sull'orlo di una guerra. Allora è necessaria una provocazione". Petrocelli non è concorde con Monteleone che gli suggerisce l'idea che, con il suo atteggiamento provocatorio, lui sembra aver scelto di schierarsi dalla parte dei russi contro gli ucraini: "Bisogna scegliere di stare dalla parte della legalità della Costituzione italiana che dice che l'Italia non deve partecipare ai conflitti. A me non sembra che la Russia stia minacciando la sicurezza nazionale".

Petrocelli ha spiegato quale sia il punto di vista russo in questo conflitto, come se ce ne fosse bisogno dopo due mesi di guerra, e richiama l'inizio del conflitto nel Donbass: "Quella Z significa anche denazificazione di un Paese. Il 2 maggio è anche l'anniversario dell'eccidio a Odessa perpetrato nella Casa del Lavoro di circa 50 persone da parte di coloro i quali oggi siedono nelle istituzioni ucraine. È un conflitto cominciato otto anni fa. Noi non dobbiamo averci a che fare. Questo è il senso del mio tweet. Dovremmo aver a che fare con una guerra?".

Il presidente della Commissione esteri ha espresso opinioni in linea con quelle putiniane nella sua intervista rilasciata a Le iene, affermando che dal suo punto di vista la Russia sta denazificando l'Ucraina. Ma ha anche criticato aspramente Beppe Grillo, non per non avergli espresso solidarietà ma perché ancora non ha dato un suo parere in merito al conflitto, scoppiato ormai due mesi fa. "Un silenzio vergognoso quello di Grillo sì, su questa vicenda, non perché non mi ha chiamato", ha acccusato Vito Petrocelli, che sembra irremovibile sulla sua decisione di non lasciare la Commissione, nemmeno davanti alle

html" data-ga4-click-event-target="internal">dimissioni di massa degli altri componenti.

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