Ravanusa, quello che sappiamo sul crollo delle palazzine

Mentre si cerca di capire quale sia stata la causa scatenante lo scoppio arrivano le testimonianze dei sopravvissuti: "Sembrava una bomba atomica". E intanto i Vigili del fuoco chiedono silenzio per captare le voci di possibili sopravvissuti

Ravanusa, quello che sappiamo sul crollo delle palazzine

Si continua a scavare a Ravanusa, nell’agrigentino, nella speranza di trovare altri sopravvissuti tra le macerie causate dal crollo di una palazzina la scorsa notte tra la via Trilussa e la via Galilei. E mentre si cerca di captare la voce dei 5 dispersi, dopo il ritrovamento dei primi cadaveri, si pensa a far chiarezza sulle cause che hanno scatenato la tragedia e a verificare i danni materiali. Quattro in sostanza gli edifici crollati al suolo e altri tre devastati per un totale di una cinquantina di persone sfollate. La causa che ha innescato la miccia è ancora da definire, anche se la matrice è ormai quasi certo divenga dalla fuga del gas metano.

Ma cos’è successo? Perché nessuno dei residenti nel quartiere in passato ha dato segnalazioni circa le fughe di gas? Questa la domanda principale alla quale si cerca di dare risposta. Nessuno avrebbe avvertito la presenza di un problema fino allo scoppio improvviso di ieri sera. Gli operatori della Protezione civile che lavorano sul posto definito “Beirut” dal capo del dipartimento regionale, Salvo Cocina, parlano di un’esplosione causata da un’ingente fuga di gas. Al vaglio diverse ipotesi sulla sua improvvisa e violenta fuoriuscita. Una possibile causa potrebbe essere legata alla presenza di una frana nel sottosuolo, un movimento del sottoterra che avrebbe causato la rottura dei tubi dove passava il gas provocandone l’immediata fuoriuscita. La miccia per l’esplosione potrebbe essere stata a quel punto l’utilizzo dell’ascensore in una delle palazzine coinvolte. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per disastro colposo per far luce sulla tragedia. Nel frattempo, in mattinata è stato convocato dal sindaco, Carmelo D’angelo, un vertice al municipio per fare il punto della situazione alla presenza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, del procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, del capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e del capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco Guido Parisi, oltre alle forze dell'ordine.

Tra le macerie i Vigili del fuoco continuano a scavare. Chiedono silenzio adesso. Nessun rumore attorno a loro. Hanno bisogno di captare anche una piccola voce, un segno che indichi la presenza di sopravvissuti. Usano anche il drone per vedere meglio dall'alto anche i minimi particolari. Sono ore cruciali, una corsa contro il tempo dove si gioca tutto e la speranza non può essere messa da parte. Ed ecco che mentre arrivano le prime testimonianze dei sopravvissuti: "È stato spaventoso. Sembrava una bomba atomica, abbiamo anche pensato che un aereo fosse caduto qui vicino. Siamo vivi per miracolo". Ad affermarlo all’Adnkronos è stato Calogero Bonanno, che ieri sera si trovava a casa dei suoceri in via Trilussa. "Mia moglie - ha proseguito l’uomo - stava allattando la bimba di 4 mesi quando abbiamo sentito lo scoppio e abbiamo pensato che l'edificio si fosse spostato. Subito con gli altri due miei figli, di 5 e 11 anni, siamo scesi per strada. C'erano vetri e fiamme ovunque. Tutti gli infissi scoppiati.

Non capivamo se ci fosse stato il terremoto. La paura è stata tanta. Siamo vivi solo per miracolo". Nel frattempo il mondo della politica si stringe al dolore di Ravanusa con messaggi di cordoglio e vicinanza alle famiglie coinvolte.

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