Politica

Renzi e i popcorn a casa dei Mullah

Renzi e i popcorn a casa dei Mullah

Popcorn sull'Himalaya. Potrebbe essere il titolo di un improbabile cinepanettone posticipato a febbraio. In realtà stiamo parlando di politica. Ricapitoliamo: sono i giorni più concitati del governo Conte Bis, con l'ombra del Ter che si allunga sul Parlamento, il premier che cerca di inventarsi qualunque cosa pure di rimanere incollato alla poltrona e sale persino al Colle per scongiurare una crisi; i Cinque Stelle in mille pezzi che manifestano contro se stessi, il Pd e tutti gli alleati; il caos sulla prescrizione, Bonafede in odore di sfiducia, Italia Viva vicina all'uscita dalla maggioranza e il mistero dei responsabili pronti a fare da stampella ai giallorossi. Dietro a tutte queste fibrillazioni c'è una regia, un nome, una firma: Matteo Renzi. Colui che in una torrida giornata di luglio ha dato vita a questo governo ircocervo e che, da quel giorno - forte della sua minuscola ma fondamentale pattuglia di parlamentari -, non ha più smesso di tormentarlo. Sino al culmine della scorsa settimana.

Ma mentre i ministri si arrovellano, i deputati della maggioranza si disperano e Conte passa notti insonni su e giù per il suo appartamento di Palazzo Chigi con l'incubo di tornare a fare l'avvocato di provincia, quello che ha combinato tutto questo gran casino dov'è? A sciare in Pakistan. Certo, meglio correre il rischio di un incontro ravvicinato con lo yeti che restare a Roma in balìa di grillini e piddini furiosi. Così, nel fine settimana, è volato a Islamabad. Il senatore ed ex premier, come è noto, affianca all'attività parlamentare quella, generosamente pagata, di conferenziere. Così il leader di Italia Viva, dopo aver messo a soqquadro l'esecutivo, se ne è andato in Asia per discutere di «buone pratiche internazionali» (non è dato sapere se abbia dato consigli anche su «come tenere in scacco i governi», materia nella quale ha senza dubbi esperienza a livello globale) insieme a José Maria Aznar, la principessa Beatrice di York, l'investitore Zia Chishti, il manager di Tim Federico Rigoni e, ovviamente, il primo ministro pakistano. Finite le conferenze tutti a sciare sull'Himalaya. E noi ce lo immaginiamo lì, col sorriso sornione, sulle vette innevate delle montagne pakistane, che legge sullo smartphone le reazioni terrorizzate dei suo colleghi di maggioranza. Ed è la massima espressione del Renzi-pensiero, l'apoteosi dell'«ora tocca a loro, popcorn per tutti», celeberrima frase proferita al battesimo dell'esecutivo gialloverde. È il piacere, tutto renziano e irresponsabile, di fare un gran caos e poi godersi lo spettacolo da lontano. Probabilmente, tra una pista e l'altra, dopo uno spiedino di agnello e un kebab di montone, con il suo fluente inglese deve aver chiesto a un inserviente: «Do you have popcorn?».

Commenti