Si sono dati appuntamento questa mattina in un antico baglio che domina dall'alto Palermo. Residenti, imprenditori, proprietari terrieri e semplici cittadini hanno organizzato un presidio permanente nella borgata di Ciaculli, zona a sud della città. Quei 13 rom,trasferiti dal campo nomadi del parco della Favorita a Ciaculli, non li vogliono.
Ad assegnare a questa famiglia la casa, al momento senza luce e senza acqua e con rifiuti sparsi tra le stanze e il giardino, è stato proprio il Comune. In questa strada che da via Messina Montagne sale per 800 metri tra terreni coltivati e qualche casa vivono una decina di famiglie, una cinquantina di persone, più i proprietari dei terreni che ogni giorno vengono a lavorare e coltivare soprattutto agrumi. Ad accendere la miccia della protesta è stato l'incendio divampato la notte tra il 5 e il 6 aprile nella villetta, quando per eliminare una parte dei rifiuti trovati in casa i rom hanno pensato bene di bruciarli. "Non volevamo farlo - dice uno di loro -. Noi siamo gente per bene ma il Comune ci ha dato una casa senza acqua e luce".
I residenti però, non hanno digerito questa manifestazione e così, hanno deciso di organizzare un sit in che potesse portare alla luce il problema delle periferie. I palermitani chiedono che l'intera borgata sia totalmente rivalutata e bonificata in una zona che un tempo era considerata la Conca d'oro di Palermo e che la speculazione edilizia nel tempo ha distrutto. Eppure, restano presenti tracce della bellezza di questo angolo di paradiso tra agrumeti e alberi da frutto. "Chiediamo un intervento al ministero dell’Interno e alla prefettura per sapere chi sia responsabile dei danni provocati da queste persone", spiegano gli organizzatori che si sono dati appuntamento grazie al tam tam del social e al gruppo Giardini della Fawara. "Siamo furiosi che questa parte di Palermo sia considerata la periferia delle periferie - spiega Salvo Cerrito uno dei principali organizzatori della protesta -. Siamo stanchi che la periferia sia così degradata. E' necessario una coscienza civica diversa".
Domani mattina è prevista un incontro tra i residenti e l'assessore comunale Giuseppe Mattina che sta curando le fasi più delicate dello sgombero e del ricollocamento delle 110 persone che vivevano nel campo.
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