Si dice che la sorte del governo Conte Bis sia nelle mani di un gruppo di parlamentari «responsabili» che oggi all'opposizione potrebbero unirsi in un gruppo in grado di sostituire i voti di Italia Viva semmai Renzi decidesse davvero di abbandonare la maggioranza, cosa che giorno dopo giorno appare sempre più probabile. È la cosiddetta missione «stampella», e numericamente potrebbe anche funzionare, almeno per un breve periodo. Mi chiedo però dove stia tutta questa «responsabilità» stante l'ormai conclamato fallimento del governo giallorosso.
È da «responsabili», a mio avviso, salvare un bene prezioso messo momentaneamente in pericolo da cause avverse, è da «responsabili» difendere un progetto in cui si crede a prescindere dalle probabilità di successo. Ma qui non ci troviamo né nella prima né nella seconda ipotesi. Oggi è semplicemente da «irresponsabili» permettere a Conte di continuare a fare danni e lo è ancora di più vendersi al nemico in cambio, nella migliore delle ipotesi, di un piatto di lenticchie.
So bene che aprire una crisi di governo dagli esiti incerti in piena pandemia non è cosa che susciti applausi. Ma proprio perché siamo in pandemia dobbiamo recuperare velocemente efficienza e lucidità, meglio un ulteriore trauma e finire poi in mano a medici esperti che continuare una lenta agonia assistiti da dottori incapaci. Quando un'azienda va male, l'azionista cambia l'amministratore delegato e i manager, una squadra di calcio l'allenatore, un esercito il comandante in capo come è accaduto al nostro dopo Caporetto.
Chi teme questo non è un «responsabile», ma un nemico di ciò che dice di amare. A volte è semplicemente un vigliacco che pensando di salvare se stesso mette a rischio la vita di tutti. E per di più di solito, la storia insegna, non fa una bella fine, perché i traditori hanno vita breve.
Io capisco l'istinto di sopravvivenza di Giuseppe Conte e della sua corte: primo sopravvivere, poi si vedrà.
Se affronterà con dignità la situazione e nel caso prenderà atto della sconfitta, potrà avere un futuro politico. Altrimenti diventerà una delle tante meteore, direi macchiette, che hanno attraversato il cielo della politica italiana. E nessuno lo rimpiangerà.
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