Coronavirus

"Il nostro Paese è in fase di decrescita anche se sta rallentando"

Rezza e Brusaferro hanno reso noti i dati del monitoraggio regionale: nel mirino una sola regione con l'Rt maggiore di 1

"Il nostro Paese è in fase di decrescita anche se sta rallentando"

Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute e Silvio Brusaferro, presidente dell’iss hanno parlato durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale Covid-19 della Cabina di Regia.

Rezza e Brusaferro: "Tendenza alla stabilizzazione"

Brusaferro ha spiegato che il valore dell’Rt "a 14 giorni in quasi tutte le regioni è inferiore a 1 tranne in Veneto dove è intorno a 1,1”, sottolineando che vi è però una leggera risalita dell'Rt a 14 giorni passato dallo 0,86 a 0,90. La situazione è di una certa instabilità a livello nazionale, e a livello di diverse Regioni. Si potrebbe quindi pensare a una fase di transizione. Dopo alcune settimane in cui si è assistito a una tendenza alla diminuzione nell’Rt e nel numero di nuovi positivi, adesso vi è una specie di tendenza alla stabilizzazione.

“In tutti i paesi europei c'è una forte circolazione del virus, con zone dove circola più intensamente rispetto ad altre. In Italia c'è ancora una fase decrescente di nuovi casi, che però sta rallentando. L'unico contesto in cui la decrescita non si registra è il Veneto". Nell’ultima settimana l’Italia ha registrato 157 casi per 100mila abitanti, ma l'obiettivo da raggiungere è quello di riuscire ad avvicinarsi il più possibile ai 50 casi per 100mila abitanti. In questo momento sono soprattutto gli uomini over 80 anni a essere ricoverati in strutture ospedaliere, e i ricoveri in terapia intensiva sono ancora sopra la soglia critica. Brusaferro ha anche tenuto a dire che in tutti i paesi europei vi è una alta circolazione del virus e che in tutte le Nazioni, come nella nostra, ci sono zone dove il Covid circola maggiormente rispetto ad altre. Alcuni Paesi vicini al nostro mostrano chiare indicazioni di ricrescita.

La variante inglese

Gianni Rezza ha reso noto di aver partecipato a un webinar organizzato dall'Oms con anche i colleghi inglesi e di aver ricevuto da loro molte informazioni riguardanti la variante del coronavirus comparsa nel Regno Unito.

Al momento sono due le varianti che preoccupano, una è appunto quella inglese, e l’altra è quella sudafricana, rilevata anche in alcuni pazienti in Inghilterra. Quella inglese "sembra conferire un aumento del 70% della trasmissibilità rispetto alla non variante. La stima dell'aumento della contagiosità è di un +0.4 dell'Rt. Sono stime da confermare però, e fortunatamente non sembra esserci un aumento sulla gravità clinica né un effetto potenziale sull'efficacia del vaccino" ha spiegato Rezza.

Riapertura scuole e festività

In conferenza stampa è stato affrontato anche l’argomento relativo alla riapertura delle scuole a gennaio, considerato uno dei primi obiettivi. Rezza ha sottolineato che uno dei motivi per cui sono state prese certe decisioni restrittive “è anche quello di prepararsi per cercare di riprendere l'attività didattica in presenza”. Quello che si teme maggiormente non è però la trasmissione all’interno delle strutture scolastiche, quanto tutto ciò che gravita intorno alla riapertura. Con essa non saranno infatti solo studenti e professori a circolare, “quindi particolare cura va posta proprio sulle attività extra scolastiche e sul sistema dei trasporti. Bisogna poi sempre valutare a livello territoriale quella che è la situazione epidemiologica” ha aggiunto.

Infine un appello alla popolazione che si appresta ad affrontare le festività natalizie, con tanto di cene e pranzi."Limitare il numero di persone è importante. Non si tratta di una imposizione ma di un richiamo al buon senso. Più aumentano le dimensioni delle aggregazioni più aumenta il rischio". Cercando di tutelare soprattutto le persone anziane.

Infine Rezza ha suggerito di considerare l'opportunità di misure maggiormente restrittive nelle zone particolarmente colpite dal virus.

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