Coronavirus

La verità sui No vax: che cosa accade in ospedale

Aumentano di sette volte i ricoveri tra i non vaccinati, sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva: ecco i numeri della nuova pandemia che scatta grazie ai no vax

La verità sui No vax: che cosa accade in ospedale

Quando si dice che adesso è diventata la pandemia soprattutto dei no vax, l'affermazione non è per nulla sbagliata anzi: l'ospedalizzazione è sette volte maggiore in chi non ha il vaccino o non ha completato il ciclo vaccinale.

La "regola" del 7

Non è il giornalista pro-vax a dare i numeri ma l'ultimo report dell'Istituto Superiore di Sanità, che sottolinea come l'incidenza virale sia in aumento "in tutte le fasce di età", ma soprattutto "nella popolazione 0-19 anni" perché, ancora per poco, non è consentita la vaccinazione alla fascia 5-12 anni. A preoccupare, come detto, è l'ospedalizzazione che nell'ultimo mese tra gli over 80, ovvero la parte più fragile della popolazione, è sette volte più alta per chi non è vaccinato rispetto a chi ha effettuato il ciclo completo. Ecco i numeri: 154,5 ricoveri per i no vax contro 23,4 ricoveri dei vaccinati ogni 100mila abitanti. Il sette ricorre anche per i malati gravi in terapia intensiva: sempre per la fascia over 80, ci sono ricoveri sette volte maggiori di chi ha ricevuto il siero (6,6 a 1 ogni 100mila abitanti). Ancora più triste, è la situazione dei decessi, dieci volte maggiore nei no vax rispetto agli altri (73,7 contro 7,35 sempre ogni 100mila abitanti).

Senza fare distinzioni particolari, dagli over 12 in su i ricoveri nei reparti ordinari sono (sempre) sette volte maggiori per i non vaccinati rispetto a chi ha fatto il vaccino: 31 contro 4,7 ogni 100mila abitanti. La matematica non è un'opinione, quindi: ancora una volta, dopo quasi due anni dall'inizio della pandemia Covid-19, chi si può vaccinare e non lo fa continua a far circolare il virus e costringe i reparti ospedalieri a nuovi ricoveri dopo i mesi di stasi della scorsa estate.

"Nuova recrudescenza del virus"

Purtroppo, essere arrivati all'83,5% di immunizzati sopra i 12 anni non basta: quel 17% scarso di no vax sta facendo ripartire tutto daccapo. Fondamentali, a questo punto, i richiami vaccinali (o dosi booster) per rafforzare nuovamente gli anticorpi anti-Covid. Siamo "in una fase di recrudescenza del virus come quella a cui stiamo assistendo a livello europeo in questo momento, è giusto accelerare sulla somministrazione dei richiami", ha dichiarato il ministro Speranza, sottolineando come siano "state superate le 2 milioni di terze dosi somministrate".

Situazione preoccupante al Nord

In questo momento, la quarta ondata è più evidente sul Nord-Est, soprattutto Friuli Venezia Giulia e Alto Adige dove i contagi corrono di più e la situazione è più preoccupante anche a livello ospedaliero. Preoccupato anche Luca Zaia, governatore del Veneto, che senza giri di parole afferma al Sole24Ore che "se continuiamo così, in poche settimane qualche viraggio di colore potrebbe accadere". Insomma, da 2-3mila casi giornalieri siamo passati a 6.764 (numeri di ieri), 31 vittime e ricoveri che aumentano complessivamente di 49 unità. Come era facile ipotizzare, il virus corre molto nelle scuole con oltre 13mila casi nelle ultime due settimane a fronte di 8.857 nelle due settimane precedenti. Da qui, studenti e professori sono finiti in quarantena e in alcuni casi è stata ripristinata la dad.

A proposito di didattica a distanza, come ci siamo occupati sul Giornale.it, da lunedì 8 novembre con tre casi di positivi in una classe, studenti e insegnanti che hanno svolto attività in presenza, dopo il primo tampone, anche se risultato negativo, andranno in quarantena. In questo caso, l'isolamento durerà 7 giorni per i soggetti vaccinati e dieci per gli altri. Invece, se uno studente o un docente risulteranno positivi, gli altri alunni dovranno sottoporsi al "tampone 0" il prima possibile: se il risultato risulterà negativo, potranno rientrare in classe ma dopo cinque giorni faranno il secondo per sicurezza.

Discorso diverso per gli insegnanti che hanno praticato attività in presenza nella classe dello studente positivo, o che hanno svolto attività in compresenza con il collega positivo: se sono soggetti vaccinati, faranno il test e resteranno a scuola; in caso contrario, in mancanza di vaccinazione andranno in quarantena per 10 giorni anche se il primo test ha dato esito negativo. Potranno rientrare quando il secondo test darà l’ok.

Nessun provvedimento per le altre classi, a meno che la Asl non darà disposizioni diverse.

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