Il ritorno del bus contro l'ideologia gender

Il bus contro l'ideologia gender torna nelle piazze italiane. Ecco il secondo tour organizzato dagli attivisti pro life. Facile prevedere polemiche

Il ritorno del bus contro l'ideologia gender

Il bus antigender è tornato. La prima opera di sensibilizzazione contro quella "colonizzazione ideologica" denunciata da Papa Francesco, campagna che si era svolta durante lo scorso autunno, aveva toccato numerose città italiane. L'equivalente iniziativa sudamericana, peraltro, era stata criticata persino da George Soros. "A false narrative has taken root in Latin America...", aveva postato su Twitter il magnate ungherese-americano, sottolineando come, secondo il punto di vista di un articolo pubblicato sul sito di Open Society, la narrativa messa in campo dall'iniziativa della fondazione spagnola non rispettasse la realtà dei fatti. Il gender, per alcuni, continua a non essere etichettabile come un'ideologia. CitizenGo e Generazione Famiglia, almeno per quanto riguarda l'Italia, hanno rimesso in moto la loro macchina organizzativa.

L'autobus che si propone di contrastare la diffusione del gender nelle scuole inizierà il suo secondo tour italiano il prossimo sabato 20 febbraio, a Reggio Calabria. Poi sarà la volta di Catania, Napoli, Livorno, Torino, Milano, Verona, Bologna, Cesena, Pescara e infine Roma, dove la campagna si concluderà il 27 febbraio, forse simbolicamente, davanti alla sede della Corte di Cassazione.

Il fine è sempre lo stesso: "La sosta durerà all'incirca un'ora e mezza, durante la quale regaleremo a chi ci raggiungerà i Vademecum per Genitori Protagonisti nelle Scuole e la maglietta ufficiale del Tour 2018 - ha scritto Filippo Savarese, che è uno degli organizzatori del tour, su Facebook -. Prima e durante la sosta, gli attivisti pro life si muoveranno all'interno delle città mostrando il messaggio "cubitale" esposto sul bus che recita: "Non confondete l'identità sessuale dei bambini". Volantini, contro "la confusione" sull'identità sessuale di cui i bambini sarebbero finiti per diventare loro malgrado vittime, poi, saranno distribuiti alle persone interessate.

"Non possiamo tollerare che insegnino ai nostri figli e nipoti che si può scegliere sin dalla più tenera età se essere maschi, femmine o altri 'generi' neutrali", hanno scritto gli stessi promotori sul sito ufficiale dell'iniziativa. "Abbiamo aumentato le tappe del tour rispetto alla volta scorsa - hanno aggiunto - per raggiungere città in cui non eravamo potuti arrivare. Se ci aiuterete a renderlo possibile, nei prossimi tour potremo aumentarle ancor più!". Le precedenti manifestazioni, sarà bene ricordarlo, sono state accompagnate da numerose polemiche. Accusati di essere finanziati la lobby tradizionaliste, gli attivisti presenti sul bus erano stati accolti da critiche e/o proteste a Napoli, a Bologna, a Bari e a Milano. Il messaggio che questo autobus ha portato in dote per la prima volta quattro mesi fa, insomma, non è di certo passato inosservato.

"Tutto ci dice che si sta preparando una nuova, grande ondata ideologica nelle scuole italiane. La lobby del movimento Lesbiche-Gay-Bisessuali-Transessuali (LGBT) si sta riorganizzando per tornare prepotentemente nelle classi dei nostri figli e dei nostri nipoti con altri progetti fondati sull’ideologia gender", hanno dichiarato gli organizzatori. Una "lobby" che opererebbe "per dire che non si nasce uomini e donne. Che l’identità sessuale cambia, anche a piacimento. Che un’identità sessuale vera e propria, in fondo, non esista nemmeno". Per tutti questi motivi, in definitiva, le due organizzazioni citate hanno optato per un secondo tour del bus della libertà.

Generazione Famiglia, intanto, ha lanciato un'ulteriore campagna finalizzata, questa volta, all'abolizione dell'UNAR: "La nomina di Luigi Manconi a nuovo coordinatore dell’UNAR da parte di Paolo Gentiloni conferma che il Partito Democratico usa quest’organo del Governo come avamposto della grande colonizzazione ideologica denunciata da Papa Francesco, che mira a distruggere l’antropologia autenticamente umana soprattutto nella formazione dei ragazzi nelle scuole", ha affermato sempre Savarese mediante una nota.

Partito Democratico e ideologia gender, per i militanti pro life, rappresentano un connubio difficilmente scindibile. E Luigi Manconi, che non avrebbe trovato posto nelle liste stilate da Matteo Renzi, sarebbe stato "riciclato" in questo posto strategico per la diffusione di una certa cultura.

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