Cronache

Rivoluzione negli asili veneti: precedenza ai bambini italiani

Approvata la legge che riserva l'accesso agli asili comunali a chi vive o lavora in Veneto da 15 anni. Favorevoli Lega Nord e Lista Tosi. Contrari Pd e M5S. Forza Italia si astiene

Rivoluzione negli asili veneti: precedenza ai bambini italiani

"Prima i veneti" era stato il grido di battagli di Luca Zaia durante la campagna elettorale del 2010 che lo portò alla guida della Regione Veneto. Dopo quasi 7 anni quella promessa diventa, in ambito di asili comunali, realtà. Anche se grazie al contributo di due consiglieri della Lista Toti, l'ex leghista fuoriuscito dal Carroccio in lite con la linea di Matteo Salvini.

La norma approvata ieri dal Consiglio Regionale veneto è davvero rivoluzionaria, nel senso che sovvertirà le graduatorie di ammissione agli asili nido comunali (il 10% del totale, esclusi quindi quelli paritari delle parrocchie): la precedenza sarà data alle famiglie i cui genitori vivono o lavorano da almeo 15 anni in Veneto. La legge, ha spiegato la maggioranza, va a sanare i problemi sorti a causa delle attuali norme di ammissione che si basano sull'Isee. Ad essere avvantaggiate sono le famiglie con il reddito inferiore, spesso di origine straniera. "Siamo costretti a prendere iniziative simili perché lo Stato continua a tagliare", ha detto in aula l'assessore al Sociale, Manuela Lanzarin. Mentre Giovanna Negro (Lista Tosi), firmataria della proposta di legge insieme alla collega Maurizio Conte, ha spiegato che "ci sono genitori che vivono e lavorano in Veneto da sempre che a causa del reddito Isee alto si vedono scavalcati nelle graduatorie per l’accesso ai nidi comunali e per poter mantenere il lavoro sono costretti a pagare rette altissime nei nidi privati. Questo a favore di genitori arrivati qui da qualche anno, con Isee basso, talvolta anche perché uno dei due non lavora".

La proposta ha ricevuto il voto favorevole della maggioranza, ad eccezione dei consiglieri Forza Italia che si sono astenuti per discostarsi da "obiettivi ideologici e propagandistici". Contrari invece Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. I grillini avevano criticato la decisione di richiedere la permanenza nel territorio veneto da 15 anni "ininterrottamente".

La maggioranza ha modificato la legge, togliendo la parola incriminata, ma poi il M5S ha comunque votato contro.

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