Prima attacca, poi passa al vittimismo: dopo le polemiche sorte in seguito alle sue dichiarazioni in merito alla grande manifestazione di lunedì 9 settembre, Gabriele Rubini (in arte chef Rubio) continua a lamentarsi di una non ben precisata disparità di trattamento.
Le critiche mosse contro di lui, infatti, sarebbero causate, a detta dello chef, dal suo essere un semplice cuoco e dalle sue differenti idee politiche e morali. Ecco il suo post su Twitter apparso questa mattina: "Se fai il cuoco, lavori in tv, e non sopporti le disparità di trattamento, se odi le ingiustizie e la violenza, se hai studiato storia e non vuoi che si ripetano certe cose, in Italia, non puoi dire la tua. Pensare e dissentire sono cose che fanno perdere cittadinanza e diritti", si sfoga Rubini. Lo stesso Rubini che, proprio nel giorno della manifestazione organizzata da Giorgia Meloni, "cinguettava": "Perché nessuno è stato pistato come l’uva? Perché nessun manifestante è stato perquisito, schedato e/o gonfiato di botte? ". Eppure il pensiero che siano stati proprio i discutibili contenuti dei suoi messaggi a scatenare le polemiche contro di lui, e non un qualche genere di dittatura, sembra non avere minimante sfiorato Rubini. Il suo post del 9 settembre era poi proseguito:"Semplice: perché non c’erano forze dell’ordine avvelenate o schierate. Evidente la disparità di trattamento in base all’ideologia politica".
Un'attacco che ha comprensibilmente provocato la reazione delle autorità tirate in causa. Sia Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp polizia di Stato, che Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap), hanno infatti risposto allo showman.
"Con tutti i problemi e le criticità che il Paese si trova ad affrontare, quello che veramente risulta di troppo è dover assistere al fastidioso e sconcertante comportamento di chi si mette a sentenziare sulla bontà dell’operato delle forze dell’ordine" ha dichiarato Mazzetti in un comunicato riportato sul sito di Fsp polizia di Stato. "Oggi ci troviamo a replicare, nostro malgrado, all’incredibile, irresponsabile, diffamatoria uscita di chef Rubio che, andando al di là di ogni limite della sfrontatezza, accusa donne e uomini in divisa di non aver picchiato i manifestanti presenti ieri a Roma".
Duro anche l'intervento di Paoloni, che ha affermato che "il diritto a manifestare è sacro e garantito dalla Costituzione purché avvenga in maniera pacifica e senza armi. Avvelenati e schierati, per dirla alla Rubio sono quei manifestanti che scendono in piazza con volto travisato, spranghe, sassi e molotov, distruggendo auto e vetrine di locali commerciali, minando la convivenza civile".
Dopo avere risposto a
Paoloni ricordando il G8 di Genova, Rubio decide dunque di sfogarsi sui propri social, sperando forse che il vittimismo possa essere la strada migliore da percorrere verso la via di una redenzione mediatica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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