Coronavirus

"A scuola con un raffreddore? Si può, ma a queste condizioni"

Negli adolescenti è fondamentale capire subito i sintomi per la strada da intraprendere. "È importante contattare il pediatra". Quest'anno, accanto ai vaccini antinfuenzali tradizionali, c'è la novità rappresentata dallo spray-nasale

"A scuola con un raffreddore? Si può, ma a queste condizioni"

"Qualche settimana fa non c'era da preoccuparsi per un raffreddore, oggi si perché l'andamento epidemiologico è cambiato": siamo passati dal 4% al 15% di bambini che risultano positivi ai tamponi che vengono effettuati quando si hanno i primi sintomi.

In esclusiva a ilgiornale.it lo ha detto il Prof. Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore e Responsabile del reparto di Pediatria all’ospedale Buzzi di Milano, che ci ha spiegato come sia di fondamentale importanza avere un confronto diretto e continuo con il pediatra o il medico di base e che, tramite un'attenta anamnesi, si può arrivare alla diagnosi corretta.

"Con un raffreddore si può andare a scuola ma..."

Prof. Zuccotti, come facciamo a distinguere un normale raffreddore negli adolescenti in età pediatrica dai sintomi Covid che spesso sono sovrapponibili?

"È difficile rispondere a questa domanda: sappiamo che nei bambini più piccoli è molto complesso perché quello che oggi ci dice è una febbre superiore ai 37.5, condizioni di malessere che poi magari si associano anche alla perdita del gusto e dell'olfatto, più tipica dell'adulto, siamo quasi sicuri che sia Coronavirus. Anche nei ragazzi di 14-18 anni, se i sintomi sono simili a questi il sospetto è molto forte ed è quindi giusto preoccuparsi e magari fare un tampone. In quelle fasce d'età, tosse e raffreddore sono sintomi molto comuni".

Cosa si deve fare in presenza di certi sintomi?

"Io credo che quello che sia importante, davanti a questi sintomi, è contattare il pediatra: così facendo ci si può orientare di più, anche di fronte a sintomi sfumati, perché se c'è un familiare che ha una positività si può richiedere di fare un tampone. L'andamento epidemiologico è quello che è: se mi avesse fatto la domanda qualche settimana fa, se ci si doveva preoccupare per un raffreddore, le avrei detto di no. Oggi, qualsiasi sintomo influenzale, potrebbe teoricamente nascondere il Coronavirus".

Cos'è cambiato oggi rispetto a pochi giorni fa?

"Per fare un esempio, in un raffreddore di tre settimane fa riscontravamo nei bambini un 4% di positività. Adesso che l'epidemiologia è cambiata, il tampone risulta positivo nel 15% dei casi. Non vuol dire che i raffreddori siano sintomo di Coronavirus, bisogna contestualizzarli. Se è un raffreddore che è stato a contatto, di recente, con altri bambini positivi o con familiari o parenti positivi, può avere un valore maggiore. Dico sempre che bisogna aggiungere una valutazione clinica/pediatrica e condurre una attenta anamnesi".

Quindi, un bambino che adesso abbia soltanto il naso che cola e non abbia sintomi tipici del Coronavirus, lei lo manderebbe a scuola?

"È opportuno parlare ed avere un confronto con il pediatra, che farà sicuramente delle domande alla famiglia e darà maggiore tranquillità. Se non sono avvenuti contatti stretti o recenti con qualcuno che abbia avuto il Coronavirus, credo che di fronte ad un semplice raffreddore si possa mandare a scuola".

La novità: ecco il vaccino spray-nasale

Continuando la chiacchierata con il Prof.Zuccotti, ci ha rivelato che la novità di quest'anno sarà rappresentato da un nuovo tipo di vaccino anti-infuenzale che, il prossimo anno, potrebbe essere esteso anche a larga parte della popolazione. È diverso dalla normale "puntura" e, per adesso, è appannaggio dei più giovani.

I vaccini influenzali quest'anno non basteranno per tutti, saranno dati a bambini e categorie a rischio.

"La scelta nazionale è stata quella di introdurre la gratuità anche per i bambini sani dai sei mesi ai sei anni. La Lombardia ha acquistato, per i bambini da 2 a 6 anni, un vaccino spray-nasale. Immagino che l'adesione sarà alta. Farlo in questa fascia d'età fa particolarmente bene perché i bambini più piccoli veicolano il virus e soffrono di tante forme virali, tra cui quelle influenzali. Ridurre la circolazione del numero di virus in questa fascia d'età, rende più semplice la diagnosi differenziale nei confronti del Coronavirus. Non è da escludere, in Lombardia, che se i vaccini saranno sufficienti si potranno allargare gratuitamente anche fino ai 10 anni. Lo vedremo".

Cos'è questo vaccino? È una novità del mercato?

"Lo spray-nasale verrà autorizzato soltanto dai due ai sei anni: è una scelta della Regione Lombardia, non è il classico vaccino intramuscolare. È un vaccino nuovo per l'Italia, utilizzato già negli Stati Uniti ed in Europa è utilizzato da otto anni nel Regno Unito. Dai sei mesi ai due anni si utilizzerà il classico vaccino intramuscolare, sotto i due anni non è indicato".

E dai sei ai diciotto anni, gli altri minorenni, si vaccineranno?

"Come Regione Lombardia lo vorremmo estendere fino ai 10 anni ma la priorità è vaccinare entro i sei anni, è previsto così anche in ambito nazionale. Gli altri rimangono scoperti ma, come dicevo, la problematica è meno importante: sopra quell'età i bambini si ammalano poco, si ammalano di influenza ed oggi, magari, con i test rapidi si riescono a fare diagnosi veloci e capire se si tratta di influenza o Coronavirus".

Lo spray-nasale potrà essere anche esteso ad altre fasce d'età?

"Assolutamente sì, negli altri Paesi è già esteso fino a 58 anni d'età. Credo che il prossimo anno partirà l'iter autorizzativo e sarà esteso anche alle fasce d'età successive. Quest'anno è avvenuto tutto così rapidamente che non si è riusciti ad estenderlo".

Un bambino positivo che atteggiamento deve condurre in casa?

"Sono le cose che si ripetono da un po' di tempo: l'igiene è fondamentale, mascherina anche all'interno della famiglia oltre a mantenere il distanziamento. Sono gli unici strumenti che possiamo mettere in campo e che sono relativamente sufficienti per impedire la diffusione del virus. Tante altre cose che accompagnano l'infezione non sono ancora molto chiare".

In che senso?

"Abbiamo esempi in cui, in alcuni nuclei familiari, c'è il marito positivo e la moglie non lo è mai diventata pur non prendendo nessuna precauzione, od altri in cui abbiamo avuto genitori positivi e figli negativi e viceversa. I meccanismi non sono ancora, così, completamente chiari. A volte, di fronte a nessuna precauzione non si trasmette nulla mentre può succedere che di fronte a massima precauzione qualcosa passi".

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, lei ha parlato dei "centri sentinella". Di cosa si tratta?

"Dovevano essere attivati un po' prima: la prima domanda che mi ha fatto, se certi sintomi sono associabili o no al Coronavirus, devo avere una sorveglianza attiva e continua. Quei sintomi che prima erano poco significativi per una possibile correlazione con l'infezione vengono un po' meno perché anche la presenza del virus in questi casi tende ad aumentare. Erano da attivare molto tempo prima, così come le unità mobili nelle scuole: se vogliamo provare a tenerle aperte, dobbiamo, di fronte ad un bambino che manifesta qualche sintomo in classe, uscire con l'unità mobile, fare il tampone rapido e sapere in 15 minuti quale è il risultato.

Se è negativo la classe continua a svolgere la sua attività, se è positivo si fa un tampone a tutta la classe e così si evitano quarantene continue o chiusure di classi e di scuole intere".

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