"Saman è sepolta qui": a che punto sono le indagini

Il carabiniere ha spiegato che le ricerche sono solo state sospese. Si attendono nuove evidenze investigative

"Saman è sepolta qui": a che punto sono le indagini

Secondo gli investigatori Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa da Novellara ormai da oltre due mesi, sarebbe seppellita tra le serre. Le stesse in cui tutti i suoi familiari lavoravano.

Dove si trova il corpo di Saman

A parlare è stato un carabiniere impegnato nelle ricerche che ha spiegato, come riportato dal Corriere: “Certo, siamo sicuri che il corpo di Saman sia seppellito lì, tra quelle serre. Le ricerche interrotte? Attendiamo un fatto che dia luogo a nuove evidenze investigative. Poi ripartiremo”. La ragazza è sparita dalla sua abitazione la notte dello scorso 30 aprile, da quel momento, di lei non si è saputo più nulla. Quello che si attende adesso sono gli sviluppi derivanti dall’ultima mossa della Giustizia che la scorsa settimana ha disposto l'inserimento nella banca dati Interpol della madre e del padre di Saman. Praticamente una richiesta di arresto provvisorio.

L’investigatore del gruppo di Reggio Emilia diretto da Cristiano Desideri e Stefano Bove, ha sottolineato che soprattutto in Francia e Spagna “potrebbero essersi rifugiati due dei ricercati per l’uccisione della ragazza, lo zio Danish Hasnain e il cugino Nomanulhaq Nomanulhaq". Lo zio è considerato dagli investigatori l'esecutore materiale del delitto. L’unico familiare che si trova al momento in carcere, Ikram Ijaz, cugino di Saman, era infatti stato fermato in Francia proprio mentre stava cercando di raggiungere la Spagna a bordo di un bus.

Le ricerche sono state sospese

Quella di fermare le ricerche dopo 67 giorni non è certo stata una scelta facile da parte degli investigatori che hanno però tenuto a dire:“Non avremmo fatto altro che tornare a setacciare gli stessi luoghi già controllati. Un dispendio di risorse senza risultati”. Per 67 giorni i 500 militari non si sono risparmiati, sono scesi in campo i cani molecolari, i droni, perfino i georadar che hanno scandagliato i 100 ettari di terreno dell’azienda Bartoli in cui lavoravano i parenti di Saman. Il carabiniere ne è convinto: “Saman è seppellita qui”. Sembra scartare del tutto l’idea che la ragazza possa essere stata rapita dalla sua famiglia e portata di nascosto in Pakistan.

Una speranza che invece non intende abbandonare il fidanzato della 18enne, il connazionale ventunenne Saqib Ayub. Il giovane verrà ascoltato il prossimo 23 luglio in incidente probatorio e sarà assistito dal suo legale, l’avvocato Claudio Falleti. Racconterà delle minacce ricevute da parte del padre della sua amata. I genitori di Saman, il padre 44enne Shabbar, e la madre, Nazia Shaheen di anni 48, erano riusciti a lasciare l’Italia il giorno dopo la scomparsa della figlia: il primo maggio erano saliti a bordo di un aereo e avevano fatto ritorno nel loro Paese d’origine.

Le minacce al fidanzato

Di quelle minacce al fidanzato, Saman aveva raccontato tutto ai servizi sociali della struttura d’accoglienza nel Bolognese che l’aveva accolta a novembre 2020, dopo che si era opposta a un matrimonio combinato in cui avrebbe dovuto sposare un cugino. Il presidente della cooperativa ha raccontato al Corriere che, “anche per questo, in considerazione di ulteriori possibili pericoli, con i Servizi sociali di Novellara avevamo ipotizzato il trasferimento di Saman in un’altra parte d’Italia, in un centro ancor più protetto e segreto”.

La ragazza aveva già avuto un primo colloquio nella nuova struttura, ma quello che desiderava era solo andare via con il suo fidanzato e poter vivere la sua vita. Per questo motivo l’11 aprile aveva deciso di scappare dal centro, consapevole o meno di cosa stava rischiando.

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