Altro che permessi di 6 mesi: ecco la verità sui migranti

Il ministro Provenzano rivela cosa c'è dietro la "sanatoria" varata dai giallorossi: "Un anno di tempo per il lavoro"

Altro che permessi di 6 mesi: ecco la verità sui migranti

Il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Peppe Provenzano torna sul tema della sanatoria per i migranti clandestini e per il resto dei lavoratori assunti in nero. Una “battaglia difficile”, come definita dallo stesso ministro Pd, alla quale hanno assistito tutti quanti gli italiani, fra iniziali mal di pancia dei CinqueStelle e minacce di dimissioni da parte di Teresa Bellanova.

Alla fine, dopo tante discussioni, l'accordo è stato raggiunto. I migranti irregolari impiegati illecitamente come manodopera nei campi, così come badanti e colf assunte/i senza contratto, potranno accedere alla sanatoria. Per alcuni stranieri che sino ad ora hanno soggiornato clandestinamente in Italia arriverà anche la regolarizzazione, pur se temporanea.

Inizialmente avrebbero dovuto essere circa 600mila gli stranieri irregolari a poter beneficiare del Dl Rilancio, ma dopo l'intervento dei grillini, che hanno posto delle limitazioni, il numero si è ridotto. Prima di concludere l'accordo con Italia Viva ed il Partito Democratico, i Cinque Stelle hanno inoltre chiesto di precisare nel documento che non sarà consentita alcuna sanatoria in caso di caporalato o favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

“Io non esulto, per me è stato un atto minimo di civiltà. Mi spiace non ci sia stato lo spazio politico di fare di più, ma penso sia un buon risultato, nelle condizioni date”, ha dichiarato Provenzano all'Agi, parlando del risultato raggiunto. “L'ultima notte ho chiamato Crimi e abbiamo chiarito meglio alcuni aspetti per molti di noi già chiari, e cioè che i caporali o chi si macchia dei reati più gravi sull'immigrazione è escluso dal processo di regolarizzazione. Era troppo importante il tema per piantare bandierine. Per questo non mi sono mai alzato da quel tavolo. Leggevo anch'io dichiarazioni che non mi piacevano, ma se devi fare un accordo con qualcuno non mi pare che la strategia migliore sia insultarlo. Il compromesso è onorevole", ha spiegato.

Malgrado la vittoria, la trattativa è stata ardua. Inevitabile citare ancora una volta il ministro dell'Agricoltura, che ha versato lacrime di commozione al momento di comunicare al Paese l'accordo raggiunto. “Lo scontro che c'è nel paese su questi temi si è riversato nel Governo. Con Teresa Bellanova abbiamo tenuto una posizione netta. Molto si deve all'equilibrio di Luciana Lamorgese e del vice-ministro Matteo Mauri, che vorrei ringraziare”, ha affermato Beppe Provenzato, che poi ha voluto fare delle doverose precisazioni.“Sta passando un messaggio errato”, ha dichiarato, riferendosi alla regolarizzazione dei migranti irregolari. “Cioè che si prevedono solo 6 mesi di permesso temporaneo. Non è così. Con un contratto di lavoro si ottiene un permesso di soggiorno per motivi di lavoro, e se scade il contratto c'è un anno di tempo per trovarsi un lavoro. I sei mesi sono solo una possibilità in più per trovare un impiego nella legalità, per chi il contratto ancora non ce l'ha. E a Salvini dico che a volere che le cose restassero come prima non sono i capitani, sono i caporali”, ha aggiunto.

Quindi l'attenzione del ministro si è spostata sull'attuale situazione del governo, in cui cresce la paura di possibili attacchi futuri. Anche Peppe Provenzano sta avvertendo tensioni. “C'è un rumore di fondo, dentro la maggioranza, che ha accompagnato il Governo nella fase precedente la crisi e che ora riprende. Spesso chi agita lo spauracchio della crisi, o di improbabili governissimi, lo fa solo per alzare la posta”, ha affermato. “Tutto questo però appanna l'azione di governo nel rapporto con l'opinione pubblica, distoglie tempo ed energie dalle vere emergenze su cui concentrarci. Una crisi politica adesso oltre che irresponsabile, non sarebbe capita da nessuno.

Mi preoccupano certi segnali di frattura sociale che qualcuno vorrebbe alimentare. Noi abbiamo fatto molto fin qui, tre o quattro finanziarie in poche settimane, ma ci attende una fase ancora difficile. Di certo, non si può affrontare con quel rumore di fondo”, ha concluso.

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